04/07/13

Reiterati rivolgimenti (di palle)

Io e l'insonnia siamo amiche da un bel po'.
Ma non è questo il problema.
Il problema è che mi stavo beando del fatto che è dal 18 maggio che nessuno mi straccia le palle parlandomi del mio ex. Ed ero parecchio beata.
Poi apro Facebook, giusto per vedere se c'era qualche notifica, così, in amicizia, e mi trovo un messaggio privato dell'entourage dell'ex. Sì, proprio di quello lì.
E già lì m'è partito un certo giramento.
L'entourage mi informa, pure piuttosto malamente, che all'ufficio postale di pertinenza del PaeselloBucolico c'è un libro che mi aspetta. Un libro. Spedito dall'ex. E che beh, se non ho ricevuto nessun avviso passi, ma se invece l'ho volutamente ignorato sono un mostro insensibile senza cuore.
Non proprio con queste parole, ma il concetto era chiaramente comprensibile anche da un minus habens.
Ora.
Tralasciamo le considerazioni sul fatto che i libri costano, le spedizioni pure, e che quindi non si capisce come abbia fatto l'ex a compiere un tale atto eroico. Tralasciamo anche quelle riguardanti la venerazione che nutro per i libri e che mi renderanno difficilissimo il doverglielo rendere. Del resto, ad atto eroico si risponde con atto eroico.
Soffermiamoci invece sull'entourage.
Perchè, se l'ex m'avesse scritto, o chiamato, o anche mandato un messaggio di fumo in caso di saldi sulla legna, avrei potuto capirlo. Sono un mostro insensibile e senza cuore, ma mica stupida, eh.
Ma l'entourage, che cazzo c'entra? Perchè, oltre ad avere a che fare con uno che evidentemente non ha capito che ci siamo lasciati, devo anche guardarmi dal suo amico che non perde occasione per ricordarmi che loro esistono?
Voglio dire. Esisti? Buon per te. Ma la cosa non mi tange minimamente. Lasciami in pace, fammi godere 'ste giornate di tempo ballerino, le risate di Puck, l'insonnia, la crostata di marmellata e lo spuntino di mezzanotte. Non ricordarmi che ho sprecato un anno e mezzo con qualcuno che, davvero, mi domando come ho fatto a non sfanculizzare in tempo zero. Lasciami vagare beata nel vortice della vita da single. Vortice mentale, eh. Questo assaporare possibilità che non necessariamente si devono concretizzare, libertà che non necessariamente devo mettere alla prova, limiti che non ho necessariamente bisogno di oltrepassare, o di rispettare. Questa sana consapevolezza di imperituro egoismo grazie al quale posso fare quello-che-voglio-quando-voglio-come-voglio senza dover allertare nessuno, senza dare spiegazioni che non siano strettamente necessarie, senza giustificare parole, silenzi e punteggiature, senza preparare mentalmente discorsi adatti a non suscitare crisi, paure, seghe mentali, illazioni.
Io single sto bene, si nota?
Non capisco, non accetto e non giustifico questo quasi continuo immischiarsi in cose che l'entourage potrebbe tranquillamente ignorare. Così come potrebbe ignorare me. Non sopporto di trovare questi messaggi su Facebook, così come non sopporto il timore che mi assale quando vedo certi tipi di macchine e penso che potrebbero aver davvero fatto la follia di venire qua. E cosa dovrei dirgli? "Mi dispiace se stai male, ma io sto così bene che non lo credo quasi possibile"? "Non mi pento di averti lasciato, mi pento solo di non averlo fatto prima"? "Pensare all'anno e mezzo che ho passato con te mi fa venire l'orticaria e dei seri serissimi dubbi sulla mia sanità mentale"?
Sono tutte cose che penso.
Sono tutte cose che me lo toglierebbero dalle palle definitivamente. Almeno spero.
Potrei anche dirgli di peggio, volendo.
Ma non mi piace giocare al massacro.
Del resto, non mi piace nemmeno passare la notte al vento dei cojoni che girano.