Io e l'insonnia siamo amiche da un bel po'.
Ma non è questo il problema.
Il problema è che mi stavo beando del fatto che è dal 18 maggio che nessuno mi straccia le palle parlandomi del mio ex. Ed ero parecchio beata.
Poi apro Facebook, giusto per vedere se c'era qualche notifica, così, in amicizia, e mi trovo un messaggio privato dell'entourage dell'ex. Sì, proprio di quello lì.
E già lì m'è partito un certo giramento.
L'entourage mi informa, pure piuttosto malamente, che all'ufficio postale di pertinenza del PaeselloBucolico c'è un libro che mi aspetta. Un libro. Spedito dall'ex. E che beh, se non ho ricevuto nessun avviso passi, ma se invece l'ho volutamente ignorato sono un mostro insensibile senza cuore.
Non proprio con queste parole, ma il concetto era chiaramente comprensibile anche da un minus habens.
Ora.
Tralasciamo le considerazioni sul fatto che i libri costano, le spedizioni pure, e che quindi non si capisce come abbia fatto l'ex a compiere un tale atto eroico. Tralasciamo anche quelle riguardanti la venerazione che nutro per i libri e che mi renderanno difficilissimo il doverglielo rendere. Del resto, ad atto eroico si risponde con atto eroico.
Soffermiamoci invece sull'entourage.
Perchè, se l'ex m'avesse scritto, o chiamato, o anche mandato un messaggio di fumo in caso di saldi sulla legna, avrei potuto capirlo. Sono un mostro insensibile e senza cuore, ma mica stupida, eh.
Ma l'entourage, che cazzo c'entra? Perchè, oltre ad avere a che fare con uno che evidentemente non ha capito che ci siamo lasciati, devo anche guardarmi dal suo amico che non perde occasione per ricordarmi che loro esistono?
Voglio dire. Esisti? Buon per te. Ma la cosa non mi tange minimamente. Lasciami in pace, fammi godere 'ste giornate di tempo ballerino, le risate di Puck, l'insonnia, la crostata di marmellata e lo spuntino di mezzanotte. Non ricordarmi che ho sprecato un anno e mezzo con qualcuno che, davvero, mi domando come ho fatto a non sfanculizzare in tempo zero. Lasciami vagare beata nel vortice della vita da single. Vortice mentale, eh. Questo assaporare possibilità che non necessariamente si devono concretizzare, libertà che non necessariamente devo mettere alla prova, limiti che non ho necessariamente bisogno di oltrepassare, o di rispettare. Questa sana consapevolezza di imperituro egoismo grazie al quale posso fare quello-che-voglio-quando-voglio-come-voglio senza dover allertare nessuno, senza dare spiegazioni che non siano strettamente necessarie, senza giustificare parole, silenzi e punteggiature, senza preparare mentalmente discorsi adatti a non suscitare crisi, paure, seghe mentali, illazioni.
Io single sto bene, si nota?
Non capisco, non accetto e non giustifico questo quasi continuo immischiarsi in cose che l'entourage potrebbe tranquillamente ignorare. Così come potrebbe ignorare me. Non sopporto di trovare questi messaggi su Facebook, così come non sopporto il timore che mi assale quando vedo certi tipi di macchine e penso che potrebbero aver davvero fatto la follia di venire qua. E cosa dovrei dirgli? "Mi dispiace se stai male, ma io sto così bene che non lo credo quasi possibile"? "Non mi pento di averti lasciato, mi pento solo di non averlo fatto prima"? "Pensare all'anno e mezzo che ho passato con te mi fa venire l'orticaria e dei seri serissimi dubbi sulla mia sanità mentale"?
Sono tutte cose che penso.
Sono tutte cose che me lo toglierebbero dalle palle definitivamente. Almeno spero.
Potrei anche dirgli di peggio, volendo.
Ma non mi piace giocare al massacro.
Del resto, non mi piace nemmeno passare la notte al vento dei cojoni che girano.
04/07/13
16/06/13
Palliativi
Vagamente depressa perchè colui che non sa usare i congiuntivi sa invece coniugare i tempi al condizionale - con un netto rivolgimento di priorità, aggiungerei -, mi sono lanciata alla ricerca forsennata-e-vagamente-disperata di palliativi:
- prendersela con FS perchè l'idea di parlare al VF è stata sua
- vedere tutte le puntate di tutti i CSI mai mandati in onda, spin-off compresi
- diventare una aficionada del canale YouTube e del sito di Joy of Baking, benedetta sempre sia Stephanie e la possibilità di estrinsecare il bisogno di calorie senza lanciarsi sul barattolo della Nutella
- cercare il senso della vita nella Divina Commedia; tipo, il giudice Nino Visconti che dice a Dante "[...]quanto in femmina foco d'amor dura/ se l'occhio o'l tatto spesso non l'accende" mi ha ricordato che: a) ho fatto bene a far diventare tale il mio ex e b) canottiera batte condizionale 1 a 0
- scandagliare il web alla ricerca di maschere home-made, scrub home-made, manicure home-made, ovvero come dedicare del tempo a me stessa ma in versione low cost, che di questi tempi ci manca solo che fondo la carta di credito per colpa di un troglodita qualsiasi
- ariscandagliare il web perchè ho voglia di doughnuts, e quando il doughnuts chiama è imperativo rispondere; che poi potrebbe nascere tutta una discussione sul gap tra Milano e il PaeselloBucolico, visto che là trovi tutto quello che desideri e pure quello che non desideri, e qua pure Baloo, a cui notoriamente basta lo stretto indispensabile , avrebbe serie difficoltà ad accontentarsi
- cercare nuovi giochi con cui sollazzare Puck, che prevedano necessariamente il suo lancio nell'aria e possibilmente qualche triplo salto mortale, perchè se non si rischia il cazziatone di FS e il suo veto assoluto non ci si diverte
- allenarsi a fare le bolle di sapone più grandi e indistruttibili mai fatte prima con una dotazione di base, con la scusa che a Puck piacciono tanto - il fatto che alla zia piacciano anche di più non c'entra niente, ovvio -
Alla fine, direi che va quasi bene così.
- prendersela con FS perchè l'idea di parlare al VF è stata sua
- vedere tutte le puntate di tutti i CSI mai mandati in onda, spin-off compresi
- diventare una aficionada del canale YouTube e del sito di Joy of Baking, benedetta sempre sia Stephanie e la possibilità di estrinsecare il bisogno di calorie senza lanciarsi sul barattolo della Nutella
- cercare il senso della vita nella Divina Commedia; tipo, il giudice Nino Visconti che dice a Dante "[...]quanto in femmina foco d'amor dura/ se l'occhio o'l tatto spesso non l'accende" mi ha ricordato che: a) ho fatto bene a far diventare tale il mio ex e b) canottiera batte condizionale 1 a 0
- scandagliare il web alla ricerca di maschere home-made, scrub home-made, manicure home-made, ovvero come dedicare del tempo a me stessa ma in versione low cost, che di questi tempi ci manca solo che fondo la carta di credito per colpa di un troglodita qualsiasi
- ariscandagliare il web perchè ho voglia di doughnuts, e quando il doughnuts chiama è imperativo rispondere; che poi potrebbe nascere tutta una discussione sul gap tra Milano e il PaeselloBucolico, visto che là trovi tutto quello che desideri e pure quello che non desideri, e qua pure Baloo, a cui notoriamente basta lo stretto indispensabile , avrebbe serie difficoltà ad accontentarsi
- cercare nuovi giochi con cui sollazzare Puck, che prevedano necessariamente il suo lancio nell'aria e possibilmente qualche triplo salto mortale, perchè se non si rischia il cazziatone di FS e il suo veto assoluto non ci si diverte
- allenarsi a fare le bolle di sapone più grandi e indistruttibili mai fatte prima con una dotazione di base, con la scusa che a Puck piacciono tanto - il fatto che alla zia piacciano anche di più non c'entra niente, ovvio -
Alla fine, direi che va quasi bene così.
12/06/13
Ci vuole coraggio
VicinoFigo: "Buonasera" (detto con voce calda e profonda)
LaGiuditta: "Ciao" (sì, assomigliava più a un miao che a un ciao, ma alla fine si tratta solo di una consonante, e chi se ne frega di una consonante)
VF: "Oggi ci siamo incontrati proprio un sacco di volte" (detto con la voce calda e profonda di cui sopra)
LG: "Eh sì. (lo so, e sono state tutte queste volte in cui ci siamo incontrati realmentecasualmente a convincermi che sia un segno del destino. E anche il sole. E il fatto che stamani non sei andato a lavoro e avevi quella camicia bianca con cui eri ancora più figo. E che FS non è venuta e ci siamo visti anche senza la complicità di Puck-che-è-sempre-un'-ottima-scusa. Insomma, il destino mi chiama, e devo rispondere. Va bene, più che chiamarmi mi pare che il destino mi stia tirando per i capelli. Almeno spero. Non sono mai stata brava a capire cosa dicesse il destino. Ma, questa volta, o la va o la spacca)."
VF: "..."
LG: "Senti, ti andrebbe una pizza una sera?"
VF: "Ah. Beh. Boh."
LG: "Ah."
VF: "Non lo so."
LG: "Ah. Ehm. (Ho lasciato il gatto sul fuoco, scusa, devo andare.)
VF: "Può darsi."
Del resto, dall'uomo che se ne era già uscito con la perla del "ma per pescare bisogna uscire", cosa potevo aspettarmi?
LaGiuditta: "Ciao" (sì, assomigliava più a un miao che a un ciao, ma alla fine si tratta solo di una consonante, e chi se ne frega di una consonante)
VF: "Oggi ci siamo incontrati proprio un sacco di volte" (detto con la voce calda e profonda di cui sopra)
LG: "Eh sì. (lo so, e sono state tutte queste volte in cui ci siamo incontrati realmentecasualmente a convincermi che sia un segno del destino. E anche il sole. E il fatto che stamani non sei andato a lavoro e avevi quella camicia bianca con cui eri ancora più figo. E che FS non è venuta e ci siamo visti anche senza la complicità di Puck-che-è-sempre-un'-ottima-scusa. Insomma, il destino mi chiama, e devo rispondere. Va bene, più che chiamarmi mi pare che il destino mi stia tirando per i capelli. Almeno spero. Non sono mai stata brava a capire cosa dicesse il destino. Ma, questa volta, o la va o la spacca)."
VF: "..."
LG: "Senti, ti andrebbe una pizza una sera?"
VF: "Ah. Beh. Boh."
LG: "Ah."
VF: "Non lo so."
LG: "Ah. Ehm. (Ho lasciato il gatto sul fuoco, scusa, devo andare.)
VF: "Può darsi."
Del resto, dall'uomo che se ne era già uscito con la perla del "ma per pescare bisogna uscire", cosa potevo aspettarmi?
28/05/13
Orazio, Odi, I, 30
O Venus, regina Cnidi Paphique,
sperne dilectam Cypron et vocantis
ture te multo Glycerae decoram
transfer in aedem.
Fervidus tecum puer et solutis
Gratiae zonis properentque Nymphae
et parum comis sine te Iuventas
Mercuriusque.
O Venere, regina di Cnido e di Pafo,
lascia la tua Cipro diletta
e scendi nel tempietto di Glicera
ove ella t'invoca con copioso incenso!
Con te sia il fervido fanciullo, e accorrano
le Ninfe e con le sciolte
cinture le Grazie
e Gioventù, men lieta senza te, e Mercurio!
sperne dilectam Cypron et vocantis
ture te multo Glycerae decoram
transfer in aedem.
Fervidus tecum puer et solutis
Gratiae zonis properentque Nymphae
et parum comis sine te Iuventas
Mercuriusque.
O Venere, regina di Cnido e di Pafo,
lascia la tua Cipro diletta
e scendi nel tempietto di Glicera
ove ella t'invoca con copioso incenso!
Con te sia il fervido fanciullo, e accorrano
le Ninfe e con le sciolte
cinture le Grazie
e Gioventù, men lieta senza te, e Mercurio!
(Orazio, Odi - a cura di L. Canali)
Incenso. Mi serve dell'incenso.
E un tempietto.
18/05/13
Paparazzi
Allora, io me lo ricordo perchè ho ho scritto questo. Davvero. Non sono vittima di un attimo di rimbecillimento acuto.
Ma poi anche basta.
Voglio dire, ti smazzi per tenere nascosto chi sei, dove sei, perchè ci sei. E, nonostante una lunghissima lista in mano a una SorellAmica a piede libero, ti smazzi pure per evitare che i dettagli della tua fu vita sentimentale siano sparsi per il mondo. Perchè, e qui sta il problema, ti illudi che i motivi per cui te e il tuo ex vi siete lasciati siano solo di vostra spettanza. Non basta doverti giustificare con il Lui in questione. No. Devi farlo anche con l'entourage. Che mica si può fare un etto di cazzacci suoi, l'entourage. No. Deve stracciarti i maroni anche a 5 mesi di distanza, in una sera in cui all'entourage si sommano un attacco di colite che ti è quasi stato fatale e un giramento di cojoni che ti trascini appresso da tre-giorni-tre.
L'entourage vuole sapere il come, il perchè, il percome, gli annessi e i connessi. E non importa che tenti di svicolare in ogni modo legale, no. Non serve appellarsi alla privacy. Alla sensibilità. Alla delicatezza. Al fatto che si facesse li cazzacci de li mortacci sua. No. L'entourage è pervicace.
E, nonostante gli auguri una sessione no-limits sulla tazza del cesso, l'entourage avrà il fatto suo.
Ci sono tanti, tanti, tanti motivi per cui ho lasciato Lui. Che poi sono i motivi per cui tutte le coppie si lasciano, mica mi sono inventata nulla. Ho tralasciato solo le corna, sia per una questione di rispetto che per coerenza verso me stessa. E poi già ho difficoltà con un uomo per volta, figuriamoci due. Che poi, potremmo cavillare sul termine "uomo", ma tant'è, lo sputtanamento pubblico mi pare sufficiente.
Dicevamo.
Tanti tanti tanti motivi, già. Alcuni magari li tralascio, che nonostante l'incazzatura profonda mi è rimasto un barlume di umanità. E poi preferisco tenermi qualcosa per l'eventuale secondo round. Mica posso giocarmi subito le mie carte migliori.
Sì, smetto di divagare. I motivi, allora. In ordine sparso, eh.
- Vedere l'individuo con cui stai (da un anno e mezzo) in imbarazzo se te e sua madre prendete un caffè insieme è castrante delle buone intenzioni di chiunque. Non parliamo dell'allucinante pomeriggio che m'è toccato passare tra macchina, Ikea e Oviesse. Ma mica per l'Ikea e l'Oviesse, eh. Manco per sua madre, una santa donna che non si sa come abbia fatto a tirare su un rincoglionito del genere. Solo perchè il rincoglionito era talmente a disagio per non s'è capito quale sega mentale, che ha rovinato lo shopping a tutti. E, seriamente, non pensavo che qualcuno potesse mai rovinarmi lo shopping all'Ikea, per non parlare dell'ammirazione degli smalti Essence all'Oviesse. Chiuso in un silenzio imbronciato, torvo e vagamente inquietante, s'aspettava chissà cosa e ha avuto in cambio chissà che altro. Lo so, il discorso non è stato molto chiaro, ma nemmeno la situazione lo è stata. E poi era solo un esempio. La cosa si può sintetizzare così: ti pare che posso stare con uno che cammina sulle uova non appena non siamo più soli? Rilassati bello, che la vita è fatta di persone. Almeno la mia.
- Andremo, faremo, penseremo, capiremo, compreremo, -emo, -emo, -emo. Ora. Sinceramente. Ma 'sta cazzo di luce in fondo al tunnel s'accende o no? Perchè è bello parlare del futuro, ci mancherebbe. Io parlo anche del futuro che so di non avere. Ma, voglio dire, preoccuparci del presente? Usare un sono invece di un sarò e un andiamo invece di un andremo? Perchè mica è tanto bello passare giornate a immaginare quelle che vorranno. Ti perdi quelle che ci sono. E che succede quando ti accorgi che sono passate, e sono vuote? Non mi piace stare sospesa in una bolla aspettando che succeda qualcosa. Anzi, aspettando che qualcuno decida che deve succedere qualcosa. Inoltre, le buone intenzioni sono sempre ben accette. Ma bisognerebbe darsi da fare per realizzarle, non aspettare che si realizzino di loro sponte.
- Ci sono frasi che nell'intimità non vanno dette. Ma nemmeno pensate. E non mi riferisco a qualche evergreen sul porco andante. Sul podio metterei:
3° posto: "Ma così faccio fatica"
2° posto: "Ma così sono scomodo"
1° posto: "Ma quanto hai a finire?"
Che, sinceramente, la gogna pubblica è poco. E, soprattutto, rileggendo 'ste perle mi viene da chiedermi quale (stupido) Santo sia intervenuto per impedirmi di commettere omicidio. No, via. Mica ti dico di andare su qualche canale video dedicato al tema e mettere in atto chissà quale acrobazia. Ma almeno taci, razza di pigro scansafatiche ignorante e dispatico.
- Sempre per la serie "Bisognerebbe imparare a stare zitti", ecco di cosa non parlare nella prima telefonata del mattino, quella notoriamente dedicata a dirsi tante belle cose che facciano iniziare bene la giornata:
3° posto: politica e lavoro che manca
2° posto: bollette e vari drammi quotidiani
1° posto: peso corporeo e motilità intestinale
Il bello delle relazioni è il mistero. Dico sul serio. E a me non me ne frega niente di come sei andato in bagno, quanto tempo ci sei stato, come è andata e qual è stato il risultato. Mistero, dicevo. Sano silenzio. Soprassiedi. Taci. Non c'è bisogno che dici per forza qualcosa. Soprattutto qualcosa del genere.
- Io lo capisco che non tutti sono Rockfeller. Davvero. Vivo abbastanza nel mondo reale per saperlo con quasi totale certezza. Ma porca di quella pupazza, non mi puoi fare polemica perchè alla posta spedirmi i biglietti di è costato 40 centesimi più di quanto pensavi. E non puoi comprare i biglietti del pullman in offerta (talmente in offerta che per spendere meno ti andava bene farmi partire all'alba) e farli passare come regalo di Natale. Nè questionare perchè il parcheggio, al mare, costa 2 euro per tutta la giornata. Che già li sento, i commenti. E perchè non hai pagato te? Risposta: non fatevi ingannare. Lui stracciava le palle sempre e comunque, indipendentemente dal proprietario del portafoglio. Sarebbe stato troppo facile, altrimenti. A proposito del non lasciarsi ingannare. Questi sono esempi. Il succo del discorso è che apprezzo l'uomo oculato (almeno in teoria, non lo negherò), ma il vile tirchio mi snerva. Soprattutto quando lo vedo una volta ogni tre mesi, motivo per il quale non mi si può imputare la spesa continua e dissennata dei suoi sudati risparmi.
- Non prendeva un'iniziativa manco a prenderlo a calci. Mica mi riferisco a turpi storie di letto, eh. Almeno, non mi riferisco solo a quelle. Ad esempio, sapete chi ha scelto il ristorante in cui portarmi per il mio compleanno? No? Ve lo dico io. Sua madre. Che ha pure dovuto convincerlo. Ovvero, che lo ha preso a male parole obbligandolo a portarmi a cena fuori. Per il mio compleanno, intendo dire. No, perchè lui sarebbe anche rimasto a casa. Sia mai che c'avesse avuto da spendere.
- C'è una cosa che assolutamente pretendo nell'uomo che ho accanto. Sulle altre, anche su quelle che ho elencato finora, posso passarci sopra, con un po' di impegno. Ma su una in particolare no. Io esigo l'uomo che non cede al panico. Quello che sbianca di fronte alla cartina della Tube londinese, quello che se si scarica il navigatore scende dalla macchina e piange, quello che se sgocciola il rubinetto chiama il pronto soccorso idraulico perchè non sa tenere in mano una chiave inglese, ecco, non fanno per me. Un po' perchè io di mio tendo al panico, per quanto cerchi di dominarmi dandomi mentalmente della donnicciola da strapazzo. Un po' perchè per me la coppia è una spalla (metaforica) a cui appoggiarsi reciprocamente, se e quando necessario, ed è evidente che se la spalla è in preda al panico diventa parecchio ma parecchio difficile appoggiarcisi. Figuriamoci come sono rimasta quando Lui, in visita a CittadinaMedievale, ha dato in escandescenze quando non ha trovato immediatamente parcheggio aggratis, sbiancando come se avessi preteso un solitario-taglio-smeraldo-di-Tiffany, e impanicandosi completamente, forse immaginando di doversi caricare la macchina sul groppone e di portarla in giro per il centro storico. Ora, fidatevi: CittadinaMedievale è una delle poche città in cui non ci sono problemi di parcheggio. Non solo è piena di parcheggi, ma essendo piccola non è che ci sia tutta 'sta differenza tra parcheggiare in centro o in periferia. Sarà che non esiste la periferia. Comunque. Al mio sguardo stupito, e anche un po' smarrito, la giustificazione è stata: "Se non sono nei miei posti, mi impanico facilmente. Gli altri non li conosco.". La sentite la campana che suona a morto, vero?
- Farsi venire vicendevolmente non significa necessariamente fare del sano sesso insieme.
- Chiunque sa che la situazione italiana non è proprio delle migliori (disse Pollyanna). E chiunque ha la sua ricetta per cambiare le cose. Chiunque tranne quelli che le cose potrebbero cambiarle sul serio, ma questo è un altro discorso. Appurato ciò, non è che te tutti i giorni ti puoi disperare per il lavoro che non c'è/il costo della vita che aumenta/la paranoia che sale perchè: 1) magari ti stai dimenticando che potrei essere nella stessa situazione tua, e non è proprio bello sentirsi ricordare quotidianamente quanto sei fallita, nel caso te lo dimenticassi; 2) alla novecentesima volta che ripeti le stessi frasi, alle quali io rispondo con le stesse parole, parte il deja vu e pare di ritrovarsi in Quella sensazione che puoi dire soltanto in francese di Sthephen King; 3) passare la giornata a sentirti lamentare di ovvietà, triste e cupo come un qualsiasi TG, rientra nella sindrome della cretina, non in quella della crocerossina. Non di sola evasione vive l'uomo, d'accordo, ma nemmeno di sola triste quotidianità.
- Rifiutarsi di inviare un CV a un'ottima azienda, che pubblicava un'ottima offerta di lavoro, fornisce buoni spunti per scrivere un post, è vero, ma rovina un attimino l'atmosfera, soprattutto quando una delle motivazioni addotte è: "Ma io non mi voglio trasferire là. Qua ho la mia famiglia, quindi ti trasferisci te.". No, testa di rapa, perchè io non ho famiglia, vero? E poi, di cosa ti lamenti quotidianamente, se poi non invii CV causa dettagli? Dimmi, di cosa? Lo fa(cev)i solo per stressare me?
Ed ecco come, perchè, percome, annessi e connessi, molto in sintesi e censurato qb, LaGiuditta si stancò, lasciò Lui e si rese conto di essere di nuovo single. E contenta.
...a me Novella 2000 mi fa 'na pippa...
Ma poi anche basta.
Voglio dire, ti smazzi per tenere nascosto chi sei, dove sei, perchè ci sei. E, nonostante una lunghissima lista in mano a una SorellAmica a piede libero, ti smazzi pure per evitare che i dettagli della tua fu vita sentimentale siano sparsi per il mondo. Perchè, e qui sta il problema, ti illudi che i motivi per cui te e il tuo ex vi siete lasciati siano solo di vostra spettanza. Non basta doverti giustificare con il Lui in questione. No. Devi farlo anche con l'entourage. Che mica si può fare un etto di cazzacci suoi, l'entourage. No. Deve stracciarti i maroni anche a 5 mesi di distanza, in una sera in cui all'entourage si sommano un attacco di colite che ti è quasi stato fatale e un giramento di cojoni che ti trascini appresso da tre-giorni-tre.
L'entourage vuole sapere il come, il perchè, il percome, gli annessi e i connessi. E non importa che tenti di svicolare in ogni modo legale, no. Non serve appellarsi alla privacy. Alla sensibilità. Alla delicatezza. Al fatto che si facesse li cazzacci de li mortacci sua. No. L'entourage è pervicace.
E, nonostante gli auguri una sessione no-limits sulla tazza del cesso, l'entourage avrà il fatto suo.
Ci sono tanti, tanti, tanti motivi per cui ho lasciato Lui. Che poi sono i motivi per cui tutte le coppie si lasciano, mica mi sono inventata nulla. Ho tralasciato solo le corna, sia per una questione di rispetto che per coerenza verso me stessa. E poi già ho difficoltà con un uomo per volta, figuriamoci due. Che poi, potremmo cavillare sul termine "uomo", ma tant'è, lo sputtanamento pubblico mi pare sufficiente.
Dicevamo.
Tanti tanti tanti motivi, già. Alcuni magari li tralascio, che nonostante l'incazzatura profonda mi è rimasto un barlume di umanità. E poi preferisco tenermi qualcosa per l'eventuale secondo round. Mica posso giocarmi subito le mie carte migliori.
Sì, smetto di divagare. I motivi, allora. In ordine sparso, eh.
- Vedere l'individuo con cui stai (da un anno e mezzo) in imbarazzo se te e sua madre prendete un caffè insieme è castrante delle buone intenzioni di chiunque. Non parliamo dell'allucinante pomeriggio che m'è toccato passare tra macchina, Ikea e Oviesse. Ma mica per l'Ikea e l'Oviesse, eh. Manco per sua madre, una santa donna che non si sa come abbia fatto a tirare su un rincoglionito del genere. Solo perchè il rincoglionito era talmente a disagio per non s'è capito quale sega mentale, che ha rovinato lo shopping a tutti. E, seriamente, non pensavo che qualcuno potesse mai rovinarmi lo shopping all'Ikea, per non parlare dell'ammirazione degli smalti Essence all'Oviesse. Chiuso in un silenzio imbronciato, torvo e vagamente inquietante, s'aspettava chissà cosa e ha avuto in cambio chissà che altro. Lo so, il discorso non è stato molto chiaro, ma nemmeno la situazione lo è stata. E poi era solo un esempio. La cosa si può sintetizzare così: ti pare che posso stare con uno che cammina sulle uova non appena non siamo più soli? Rilassati bello, che la vita è fatta di persone. Almeno la mia.
- Andremo, faremo, penseremo, capiremo, compreremo, -emo, -emo, -emo. Ora. Sinceramente. Ma 'sta cazzo di luce in fondo al tunnel s'accende o no? Perchè è bello parlare del futuro, ci mancherebbe. Io parlo anche del futuro che so di non avere. Ma, voglio dire, preoccuparci del presente? Usare un sono invece di un sarò e un andiamo invece di un andremo? Perchè mica è tanto bello passare giornate a immaginare quelle che vorranno. Ti perdi quelle che ci sono. E che succede quando ti accorgi che sono passate, e sono vuote? Non mi piace stare sospesa in una bolla aspettando che succeda qualcosa. Anzi, aspettando che qualcuno decida che deve succedere qualcosa. Inoltre, le buone intenzioni sono sempre ben accette. Ma bisognerebbe darsi da fare per realizzarle, non aspettare che si realizzino di loro sponte.
- Ci sono frasi che nell'intimità non vanno dette. Ma nemmeno pensate. E non mi riferisco a qualche evergreen sul porco andante. Sul podio metterei:
3° posto: "Ma così faccio fatica"
2° posto: "Ma così sono scomodo"
1° posto: "Ma quanto hai a finire?"
Che, sinceramente, la gogna pubblica è poco. E, soprattutto, rileggendo 'ste perle mi viene da chiedermi quale (stupido) Santo sia intervenuto per impedirmi di commettere omicidio. No, via. Mica ti dico di andare su qualche canale video dedicato al tema e mettere in atto chissà quale acrobazia. Ma almeno taci, razza di pigro scansafatiche ignorante e dispatico.
- Sempre per la serie "Bisognerebbe imparare a stare zitti", ecco di cosa non parlare nella prima telefonata del mattino, quella notoriamente dedicata a dirsi tante belle cose che facciano iniziare bene la giornata:
3° posto: politica e lavoro che manca
2° posto: bollette e vari drammi quotidiani
1° posto: peso corporeo e motilità intestinale
Il bello delle relazioni è il mistero. Dico sul serio. E a me non me ne frega niente di come sei andato in bagno, quanto tempo ci sei stato, come è andata e qual è stato il risultato. Mistero, dicevo. Sano silenzio. Soprassiedi. Taci. Non c'è bisogno che dici per forza qualcosa. Soprattutto qualcosa del genere.
- Io lo capisco che non tutti sono Rockfeller. Davvero. Vivo abbastanza nel mondo reale per saperlo con quasi totale certezza. Ma porca di quella pupazza, non mi puoi fare polemica perchè alla posta spedirmi i biglietti di è costato 40 centesimi più di quanto pensavi. E non puoi comprare i biglietti del pullman in offerta (talmente in offerta che per spendere meno ti andava bene farmi partire all'alba) e farli passare come regalo di Natale. Nè questionare perchè il parcheggio, al mare, costa 2 euro per tutta la giornata. Che già li sento, i commenti. E perchè non hai pagato te? Risposta: non fatevi ingannare. Lui stracciava le palle sempre e comunque, indipendentemente dal proprietario del portafoglio. Sarebbe stato troppo facile, altrimenti. A proposito del non lasciarsi ingannare. Questi sono esempi. Il succo del discorso è che apprezzo l'uomo oculato (almeno in teoria, non lo negherò), ma il vile tirchio mi snerva. Soprattutto quando lo vedo una volta ogni tre mesi, motivo per il quale non mi si può imputare la spesa continua e dissennata dei suoi sudati risparmi.
- Non prendeva un'iniziativa manco a prenderlo a calci. Mica mi riferisco a turpi storie di letto, eh. Almeno, non mi riferisco solo a quelle. Ad esempio, sapete chi ha scelto il ristorante in cui portarmi per il mio compleanno? No? Ve lo dico io. Sua madre. Che ha pure dovuto convincerlo. Ovvero, che lo ha preso a male parole obbligandolo a portarmi a cena fuori. Per il mio compleanno, intendo dire. No, perchè lui sarebbe anche rimasto a casa. Sia mai che c'avesse avuto da spendere.
- C'è una cosa che assolutamente pretendo nell'uomo che ho accanto. Sulle altre, anche su quelle che ho elencato finora, posso passarci sopra, con un po' di impegno. Ma su una in particolare no. Io esigo l'uomo che non cede al panico. Quello che sbianca di fronte alla cartina della Tube londinese, quello che se si scarica il navigatore scende dalla macchina e piange, quello che se sgocciola il rubinetto chiama il pronto soccorso idraulico perchè non sa tenere in mano una chiave inglese, ecco, non fanno per me. Un po' perchè io di mio tendo al panico, per quanto cerchi di dominarmi dandomi mentalmente della donnicciola da strapazzo. Un po' perchè per me la coppia è una spalla (metaforica) a cui appoggiarsi reciprocamente, se e quando necessario, ed è evidente che se la spalla è in preda al panico diventa parecchio ma parecchio difficile appoggiarcisi. Figuriamoci come sono rimasta quando Lui, in visita a CittadinaMedievale, ha dato in escandescenze quando non ha trovato immediatamente parcheggio aggratis, sbiancando come se avessi preteso un solitario-taglio-smeraldo-di-Tiffany, e impanicandosi completamente, forse immaginando di doversi caricare la macchina sul groppone e di portarla in giro per il centro storico. Ora, fidatevi: CittadinaMedievale è una delle poche città in cui non ci sono problemi di parcheggio. Non solo è piena di parcheggi, ma essendo piccola non è che ci sia tutta 'sta differenza tra parcheggiare in centro o in periferia. Sarà che non esiste la periferia. Comunque. Al mio sguardo stupito, e anche un po' smarrito, la giustificazione è stata: "Se non sono nei miei posti, mi impanico facilmente. Gli altri non li conosco.". La sentite la campana che suona a morto, vero?
- Farsi venire vicendevolmente non significa necessariamente fare del sano sesso insieme.
- Chiunque sa che la situazione italiana non è proprio delle migliori (disse Pollyanna). E chiunque ha la sua ricetta per cambiare le cose. Chiunque tranne quelli che le cose potrebbero cambiarle sul serio, ma questo è un altro discorso. Appurato ciò, non è che te tutti i giorni ti puoi disperare per il lavoro che non c'è/il costo della vita che aumenta/la paranoia che sale perchè: 1) magari ti stai dimenticando che potrei essere nella stessa situazione tua, e non è proprio bello sentirsi ricordare quotidianamente quanto sei fallita, nel caso te lo dimenticassi; 2) alla novecentesima volta che ripeti le stessi frasi, alle quali io rispondo con le stesse parole, parte il deja vu e pare di ritrovarsi in Quella sensazione che puoi dire soltanto in francese di Sthephen King; 3) passare la giornata a sentirti lamentare di ovvietà, triste e cupo come un qualsiasi TG, rientra nella sindrome della cretina, non in quella della crocerossina. Non di sola evasione vive l'uomo, d'accordo, ma nemmeno di sola triste quotidianità.
- Rifiutarsi di inviare un CV a un'ottima azienda, che pubblicava un'ottima offerta di lavoro, fornisce buoni spunti per scrivere un post, è vero, ma rovina un attimino l'atmosfera, soprattutto quando una delle motivazioni addotte è: "Ma io non mi voglio trasferire là. Qua ho la mia famiglia, quindi ti trasferisci te.". No, testa di rapa, perchè io non ho famiglia, vero? E poi, di cosa ti lamenti quotidianamente, se poi non invii CV causa dettagli? Dimmi, di cosa? Lo fa(cev)i solo per stressare me?
Ed ecco come, perchè, percome, annessi e connessi, molto in sintesi e censurato qb, LaGiuditta si stancò, lasciò Lui e si rese conto di essere di nuovo single. E contenta.
...a me Novella 2000 mi fa 'na pippa...
13/05/13
LaGiuditta Reloaded
Prima di tutto specifichiamo una cosa: quando le cose si mettono di buzzo buono per andar male, andranno male a prescindere. Puoi giusto sederti sul gradino e aspettare che abbiano finito, e 'fanculo.
Acquisita questa grande verità, andiamo avanti.
L'avanti si estrinsicherebbe in libri da leggere, pagine da studiare, parole da scrivere, concetti da ricordare e Puck da viziare spudoratamente.
E fin qui ci siamo.
Poi c'è il VicinoFigo. No, dico, la stagione non aiuta e la canottiera bianca rimane nell'armadio, ma la shirt verde è godereccia. Godereccia parecchio.
Talmente godereccia che quando lo vedo, il neurone si getta in ginocchio e chiede pietà. No, questo è l'ormone. Il neurone è disperso. Neurogramma piatto. Connessione in corso perpetua. 'Na roba che mi vergogno di me stessa.
Io. Una ex faccia di bronzo. Una timida convertita a viva forza, regredita a livello cavernicolo andante. Ora, posso capire che sono obbligata all'uso degli occhiali, e la cosa mi inibisce alquanto. Ma insomma, c'ho da dirgli tre parole: "Ti va una pizza una sera?". Va bene, non sono tre parole. Però non è che ho bisogno di vederlo nitidamente per dirle, no? Anzi, probabilmente è meglio vederlo poco e male. Tipo talpa esposta improvvisamente al sole di mezzogiorno, insomma. In ogni caso, se passate dalla pizzicheria compratemi 1 kg. di coraggio e 500 gr. di sfrontatezza, grazie.
Infine, last but not least, m'hanno assunto per un mese di prova (buahahah). Eh sì. Mica pizza e fichi. E c'è pure la possibilità di essere assunti a tempo indeterminato. Ah, e di fare carriera. Ho già riso sarcasticamente, vero? Che poi è stato bello, davvero. Ho inviato il CV in una delle mie sessioni di mando-il-curriculum-a-chiunque-basta-che-possa-tenermi-i-vestiti-addosso. C'era scritto "mansioni di segretariato". Giuro. Segretariato. Poi mi contattano la prima volta, mi fissano un colloquio e lo sfissano subito dopo a stretto giro di telefonate. Ma tipo un anno fa, eh. La settimana scorsa mi richiamano. Fissano un altro colloquio che, indovina-indovinello, viene sfissato il giorno dopo. Ma mica perchè hanno trovato una meglio, eh. Nonono, loro vogliono me. Proprio me. Prima mi assumono (per un mese di prova), poi la settimana prossima ci conosciamo. Ah beh. Non possono fare a meno delle mie competenze. Ah beh. Grazie. Non ho capito esattamente che c'entrano le conoscenze archeologiche, archeometriche e ceramologiche con le mansioni di segretariato ma tant'è, è evidentemente un problema mio. Solo che non si tratta di segretariato. Sì, lo so che io ho inviato un CV dettagliato per quelle mansioni là, ma no. Praticamente è un call center, ma non fa chic dirlo. E si offendono pure se provi a insinuarlo. I call center non sono politically correct. Insomma, ci si prova. Tanto è un mese di prova (con le possibilità di carriera e di contratto a tempo indeterminato però). E fingerò di non essermi sentita un po' Marta, mentre mi spiegavano cosa dovevo fare. Basta solo che non mi chiedano di cantare così, appena scesa dal letto.
Acquisita questa grande verità, andiamo avanti.
L'avanti si estrinsicherebbe in libri da leggere, pagine da studiare, parole da scrivere, concetti da ricordare e Puck da viziare spudoratamente.
E fin qui ci siamo.
Poi c'è il VicinoFigo. No, dico, la stagione non aiuta e la canottiera bianca rimane nell'armadio, ma la shirt verde è godereccia. Godereccia parecchio.
Talmente godereccia che quando lo vedo, il neurone si getta in ginocchio e chiede pietà. No, questo è l'ormone. Il neurone è disperso. Neurogramma piatto. Connessione in corso perpetua. 'Na roba che mi vergogno di me stessa.
Io. Una ex faccia di bronzo. Una timida convertita a viva forza, regredita a livello cavernicolo andante. Ora, posso capire che sono obbligata all'uso degli occhiali, e la cosa mi inibisce alquanto. Ma insomma, c'ho da dirgli tre parole: "Ti va una pizza una sera?". Va bene, non sono tre parole. Però non è che ho bisogno di vederlo nitidamente per dirle, no? Anzi, probabilmente è meglio vederlo poco e male. Tipo talpa esposta improvvisamente al sole di mezzogiorno, insomma. In ogni caso, se passate dalla pizzicheria compratemi 1 kg. di coraggio e 500 gr. di sfrontatezza, grazie.
Infine, last but not least, m'hanno assunto per un mese di prova (buahahah). Eh sì. Mica pizza e fichi. E c'è pure la possibilità di essere assunti a tempo indeterminato. Ah, e di fare carriera. Ho già riso sarcasticamente, vero? Che poi è stato bello, davvero. Ho inviato il CV in una delle mie sessioni di mando-il-curriculum-a-chiunque-basta-che-possa-tenermi-i-vestiti-addosso. C'era scritto "mansioni di segretariato". Giuro. Segretariato. Poi mi contattano la prima volta, mi fissano un colloquio e lo sfissano subito dopo a stretto giro di telefonate. Ma tipo un anno fa, eh. La settimana scorsa mi richiamano. Fissano un altro colloquio che, indovina-indovinello, viene sfissato il giorno dopo. Ma mica perchè hanno trovato una meglio, eh. Nonono, loro vogliono me. Proprio me. Prima mi assumono (per un mese di prova), poi la settimana prossima ci conosciamo. Ah beh. Non possono fare a meno delle mie competenze. Ah beh. Grazie. Non ho capito esattamente che c'entrano le conoscenze archeologiche, archeometriche e ceramologiche con le mansioni di segretariato ma tant'è, è evidentemente un problema mio. Solo che non si tratta di segretariato. Sì, lo so che io ho inviato un CV dettagliato per quelle mansioni là, ma no. Praticamente è un call center, ma non fa chic dirlo. E si offendono pure se provi a insinuarlo. I call center non sono politically correct. Insomma, ci si prova. Tanto è un mese di prova (con le possibilità di carriera e di contratto a tempo indeterminato però). E fingerò di non essermi sentita un po' Marta, mentre mi spiegavano cosa dovevo fare. Basta solo che non mi chiedano di cantare così, appena scesa dal letto.
02/04/13
Motivi per cui i Milanesi* mi faranno diventare matta
1) I Milanesi vanno sempre di corsa. Sempre. Nel tempo in cui io prendo il caffè, un Milanese DOC assume un pasto completo. E dico "assume" perchè il Milanese non mangia. Masticare e deglutire è una perdita di tempo. Non per niente, all'università la pausa pranzo non è prevista. Puoi assumere un adeguato numero di calorie approfittando dei quarti d'ora accademici, altrimenti dieta.
2) I Milanesi si mettono in fila per qualunque motivo. Anzi. Si mettono in fila anche quando non c'è motivo. Per il Milanese la fila è vita. Se c'è fila c'è speranza. Non si sa di cosa, ma la speranza spesso basta a sè stessa.
3) I Milanesi non ti riconoscono al di fuori del tuo contesto originario. Nel senso, se ti hanno conosciuto seduta al terzo posto della seconda fila, non ti riconoscono se ti siedi al secondo posto della terza fila. Tocca ricominciare da capo tutto il processo di socializzazione e, sinceramente, i processi di socializzazione milanesi sono lenti, ridondanti e complessi.
4) I Milanesi hanno uno strano modo di parlare di cui non riesco ad appropriarmi. Ora, davvero, non ho intenzione di rifarmi a Dante e al limpido italiano parlato nella mia regione. Ma: a) tutte le volte che sento dire lèziòne mi si rizzano anche i peli che depilo accuratamente, e b) se non capisci quando ti chiedo un pahchetto di Hamel Light è colpa tua e non mia, anche se so benissimo che dovrei chiedere un pakkketto di Kamel Laitt. Per non parlare di quell'accento snob che presuppone che l'interlocutore sia tonto e che stia parlando nonostante l'insalata incastrata tra gli incisivi.
5) I Milanesi non vedono mai il cielo. Cioè, io capisco che il cielo da quelle parti sia di un grigiore spaventevole e che il sole, quando c'è, sia giusto una macchia sfocata. Certo che salire in macchina nel garage sotterraneo sotto casa per arrivare al parcheggio sotterraneo della metropolitana (che guardacaso è sotterranea), o anche al parcheggio sotterraneo del centro commerciale (che non è sotterraneo ma è comunque illuminato artificialmente) non invoglia a sfoderare gli occhiali da sole e a girare a naso all'insù.
6) I Milanesi hanno una spinta verso l'edificazione e la cementificazione che stupisce. Stupisce soprattutto che non abbiano ancora buttato giù il Duomo, perchè con tutti quei volumi da reimpiegare in pieno centro ci sarebbe da fare il colpo immobiliare del secolo.
7) I Milanesi lavorano. Lavorano 24/24, 7/7. Poi non hanno tempo per trovare un/a fidanzato/a, una lavatrice nuova, un hobby, un paio di scarpe decenti, cinque minuti per accorgersi che il Comune ha indetto la campagna "Adotta una guglia", scoprire che possono visitare un sacco di musei tutti dentro il Castello Sforzesco (voglio dire, sia mai che uno perde tempo a spostarsi tra sedi diverse). Hanno a malapena il tempo di farsi una doccia ma, ça va sans dire, il profumo dei soldi copre ogni altro olezzo.
8) I Milanesi chiamano clèr la saracinesca. Lo dico con sicurezza, perchè l'ho googlato e sono finita sul WordReference Forum, mica pizza e fichi. Io pensavo che fosse La Clair, tipo un modo familiare per chiamare un aggeggio che vedi più spesso della moglie/del marito e che si frappone tra te e la libertà (leggi: la macchina) come se fosse un figlio. Poi mi sono resa conto che milanese e familiare non potevano andare nella stessa frase a meno di non coniare un nuovo ossimoro.
* Generalizzare è brutto e non si dovrebbe fare. Sono cattiva, lo so. :)
** Scritto con la (fondamentale) partecipazione di buona parte dei rami della famiglia Pissa.
2) I Milanesi si mettono in fila per qualunque motivo. Anzi. Si mettono in fila anche quando non c'è motivo. Per il Milanese la fila è vita. Se c'è fila c'è speranza. Non si sa di cosa, ma la speranza spesso basta a sè stessa.
3) I Milanesi non ti riconoscono al di fuori del tuo contesto originario. Nel senso, se ti hanno conosciuto seduta al terzo posto della seconda fila, non ti riconoscono se ti siedi al secondo posto della terza fila. Tocca ricominciare da capo tutto il processo di socializzazione e, sinceramente, i processi di socializzazione milanesi sono lenti, ridondanti e complessi.
4) I Milanesi hanno uno strano modo di parlare di cui non riesco ad appropriarmi. Ora, davvero, non ho intenzione di rifarmi a Dante e al limpido italiano parlato nella mia regione. Ma: a) tutte le volte che sento dire lèziòne mi si rizzano anche i peli che depilo accuratamente, e b) se non capisci quando ti chiedo un pahchetto di Hamel Light è colpa tua e non mia, anche se so benissimo che dovrei chiedere un pakkketto di Kamel Laitt. Per non parlare di quell'accento snob che presuppone che l'interlocutore sia tonto e che stia parlando nonostante l'insalata incastrata tra gli incisivi.
5) I Milanesi non vedono mai il cielo. Cioè, io capisco che il cielo da quelle parti sia di un grigiore spaventevole e che il sole, quando c'è, sia giusto una macchia sfocata. Certo che salire in macchina nel garage sotterraneo sotto casa per arrivare al parcheggio sotterraneo della metropolitana (che guardacaso è sotterranea), o anche al parcheggio sotterraneo del centro commerciale (che non è sotterraneo ma è comunque illuminato artificialmente) non invoglia a sfoderare gli occhiali da sole e a girare a naso all'insù.
6) I Milanesi hanno una spinta verso l'edificazione e la cementificazione che stupisce. Stupisce soprattutto che non abbiano ancora buttato giù il Duomo, perchè con tutti quei volumi da reimpiegare in pieno centro ci sarebbe da fare il colpo immobiliare del secolo.
7) I Milanesi lavorano. Lavorano 24/24, 7/7. Poi non hanno tempo per trovare un/a fidanzato/a, una lavatrice nuova, un hobby, un paio di scarpe decenti, cinque minuti per accorgersi che il Comune ha indetto la campagna "Adotta una guglia", scoprire che possono visitare un sacco di musei tutti dentro il Castello Sforzesco (voglio dire, sia mai che uno perde tempo a spostarsi tra sedi diverse). Hanno a malapena il tempo di farsi una doccia ma, ça va sans dire, il profumo dei soldi copre ogni altro olezzo.
8) I Milanesi chiamano clèr la saracinesca. Lo dico con sicurezza, perchè l'ho googlato e sono finita sul WordReference Forum, mica pizza e fichi. Io pensavo che fosse La Clair, tipo un modo familiare per chiamare un aggeggio che vedi più spesso della moglie/del marito e che si frappone tra te e la libertà (leggi: la macchina) come se fosse un figlio. Poi mi sono resa conto che milanese e familiare non potevano andare nella stessa frase a meno di non coniare un nuovo ossimoro.
...continua...
* Generalizzare è brutto e non si dovrebbe fare. Sono cattiva, lo so. :)
** Scritto con la (fondamentale) partecipazione di buona parte dei rami della famiglia Pissa.
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