Cercare i libri necessari a preparare un esame può essere un divertente esercizio di antropologia.
Apri la pagina del sito dell'Università corrispondente all'insegnamento che ti interessa.
Cerchi la voce "testi/bibliografia".
Apri la pagina del sito della libreria online che spedisce in 24 ore gratuitamente per gli ordini superiori ai 20 euro.
Apri la pagina del catalogo online della biblioteca universitaria più vicina a te.
Apri la pagina del catalogo online della biblioteca dell'Università a cui sei iscritta, che proprio vicina a te, invece, non è.
Apri anche facciadilibro, perchè certi momenti è necessario condividerli.
E poi sei pronta a iniziare.
Se non fosse che corso che segui professore che trovi.
C'è quello
che si autocita: di 25-articoli-25, 26 sono suoi. E non sarebbe nemmeno
un problema, se non fosse che il periodico più noto su cui ha pubblicato
è un Bollettino locale introvabile a meno che non ti abboni per i
prossimi 30 anni. Come un mutuo. E con lo stesso peso economico. Che si
sa, l'elitarietà intellettuale costa.
C'è
quello che ha una passione per i libri antichi. Quello più recente che
ha inserito è del 1929, 'na roba che alla Biblioteca Nazionale si son
spaventati e la richiesta ha suscitato un fuggi-fuggi di addetti, finchè
uno speleologo non si è offerto volontario per entrare nelle catacombe
del magazzino e recuperarlo dalle fauci del drago che vive lì e vigila
sui libri che nessuno ha mai richiesto.
C'è
quello che se non conosci il lappone è inutile che segui il suo corso,
perchè i testi in inglese/francese/spagnolo/tedesco sono troppo
facilmente reperibili e lui non screma in base
all'impegno/studio/intellighenzia. No, lui screma in base
all'adattabilità linguistica. Alla fine rimpiangi la legge della
giungla.
C'è
quello che non gliene frega niente del gioco "tot crediti = tot ore di
studio = tot pagine complessive". Lui rivoga lo stesso programma fin dal
1851, e non intende cambiarlo. Inutile fargli notare che forse dieci
monografie sono tantine, considerato che il corso dura 5 settimane
scarse. La ricerca dei suoi testi occupa due giorni pieni e il ricorso a
vari santi protettori, lo studio non ne parliamo, che hai attaccato pagine anche davanti al wc per ottimizzare i tempi - e poi si sa, il bagno stimola la concentrazione - tranne poi andare all'esame e cavarsela con una
domanda. Sugli appunti.
C'è
quello che vuole far girare l'economia. Guai a far svolazzare una
fotocopia in sua presenza. Guai a presentarsi con l'edizione economica -
e recente - del libro che lui ha richiesto e disponibile in edizione
originale con copertina rigida in seta ad un prezzo non modico ed equivalente alla
tua borsa di studio annuale.
Poi
c'è anche quello che, bontà sua, pare essere normale. E' raro e
severamente protetto. Ma il colpo di coda è dietro l'angolo. Può
sbagliare titolo del libro, invertire gli autori, indicare edizioni
fantasma, consigliare siti web che non esistono. La roulette russa delle
possibilità può far impazzire i più deboli. Così impari a rimpiangere
la legge della giungla.
In tutto questo, ci sono due strumenti che diventano i più fedeli amici dello studente non frequentante.
Il doc delivery e il prestito interbibliotecario.
A meno che la tua biblioteca di riferimento non si trovi a CittadinaMedievale.
La mia purtroppo sì.
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