11/09/13

Aforismi

La caccia, il Gran Premio di Monza e il ramino sembrano tre cose che, tra loro, non c'incastrano 'na cippalippa.
Per le persone normali.
Peccato che da queste parti di persone normali ne transitino poche. Ma poche poche poche.

Tanti tanti tanti tanti anni fa, quando il mondo girava in senso antiorario, i genitori facevano i genitori, le figlie facevano le figlie e il padrino e la madrina facevano gli zii, la caccia, il Gran Premio di Monza e il ramino erano inestricabilmente legati.
SignorNo e lo zio si dedicavano alternativamente alla caccia (-"Avete preso qualcosa?" -"Macchè, tutte padelle!") e al Gran Premio di F1 (-"Ma come, è già finito?" -"Forse sarebbe sembrato più lungo, se non vi foste addormentati al terzo giro!"), EvvaiCosì e la zia ci davano sotto col ramino (-"Chiuso!" -"Hai un culo tale che ti servirebbero due sedie. Anzi, attenta che cadi!"), LaGiuditta, FS e SorellAmica si ricreavano nonostante la sturbante presenza di AbominUomo.

Poi le cose sono cambiate. Un po' anche in meglio, come dimostra la dipartita di AbominUomo in favore di TassioPissa.
L'unica cosa che non cambia mai è lo spaventoso, strepitoso, ammorbante e spropositato culo di EvvaiCosì. In senso metaforico, ovviamente.
E dopo un fine settimana dedicato a subire una batosta dopo l'altra, ci sono tre concetti che sento di dover tramandare al mondo:

1) Il culo è come la luna: prima o poi si eclissa [cit.]

2) Se è vero che "sfortunata al gioco, fortunata in amore", domani mi sposo col VicinoFigo che mi sollazzerà finchè morte non ci separi, e pure dopo [cit.]

3) mai, mai, mai, mai, mai, mai, mai, mai, mai, mai, mai, mai giocare a ramino con EvvaiCosì.

09/09/13

Bloblies

Avevo un'insopprimibile voglia di brownies.
E quando LaVoglia chiama, LaGiuditta risponde.

Il mese scorso - lo sanno tutti che agosto è un ottimo mese per accendere il forno e strafogarsi di cioccolato e burro - ho provato a farli seguendo la ricetta di Joy of Baking. Sono venuti buonissimi e bellissimi. Non per merito mio, è che seguendo la videoricetta ho evitato momenti di panico e corbellerie varie.
A questo giro ho invece deciso di seguire la ricetta di Un'americana in cucina. Un blog che è un'ispirazione assoluta, io ve lo dico.

Di seguito vi riporto la ricetta, che ho seguito pedissequamente. In corsivo le mie impressioni praticamente minuto per minuto.
Qualche chiarimento:
a) tutto quello che succederà d'ora in poi è colpa mia, e solo colpa mia; la ricetta è praticamente perfetta e solo chi è impedito quanto me può avere dei dubbi;
b) sono impedita per cause esterne a me. Se faccio dei crostini, EvvaiCosì crea dei canapè caldi e freddi con decorazioni 3D; se faccio un pan di spagna, EvvaiCosì tira fuori una torta a tre piani con decorazioni in fondente e fiori in gum paste; se mi faccio un panino EvvaiCosì allestisce una parata di sandwiches degni dell'afternoon tea della regina d'Inghilterra. Capite bene che con questa concorrenza la voglia di spignattare m'è passata più o meno nel momento in cui m'è venuta;
c) ho raddoppiato le dosi perchè vivo in una famiglia di golosi impenitenti, in cui qualsiasi dolciume dura giusto il tempo di vederlo.

E ora...



I BLOBLIES


Cosa serve: (in ordine di apparizione):

- un forno;
- una teglia 20x20 (io due 21x31 in alluminio usa e getta, perchè il mio parco teglie fa piangere e al supermercato di cui sotto avevano solo queste);
- un pentolino con l'acqua (n.b.: su questo pentolino andrà poi posizionata la ciotola/insalatiera di cui sotto per sciogliere un po' di roba a bagnomaria, quindi deve avere una misura apposita);
- una bilancia;
- una ciotola/insalatiera in vetro;
- una frusta o meglio ancora una spatola; se siete come me, va bene pure un mestolo in legno.

Ingredienti:

- 150 gr. di burro (io 300 gr., e fatevelo dire, 300 gr. di burro sono una quantità inimmaginabile di burro. Si tratta di burro, nel caso vi fosse sfuggito.)
- 250 gr. di zucchero (io 500 gr.; assaggiando però mi parevano non abbastanza dolci, quindi ce n'ho aggiunta un'altra sventagliata in corso d'opera, e no, non voglio commentare.)
- 75 gr. di cacao amaro in polvere (io 150 gr., e a questo punto ci sta una rivelazione: al supermercato vicino al PaeselloBucolico il cacao amaro costa quasi il doppio del cacao in polvere zuccherato. Non so se sia così ovunque, ma io la prossima volta comprerò quello zuccherato e diminuirò la dose di zucchero. Forse.)
- 1/4 di cucchiaino di sale (io mezzo cucchiaino, ma sinceramente ho solo preso un pizzicotto di sale e l'ho sparso sul resto con fare professionale)
- 2 uova (io 4, ma le galline della suocera di FS sono particolarmente produttive e saranno fiere di avere i loro 2 minuti di celebrità su questo blog)
- 60 gr. di farina (io 120 gr., ma non ho niente da commentare)

Cosa fare e cosa succede:

Riscaldare il forno a 180 gradi (bene. Io l'ho fatto proprio in questo momento, e non è che ho riscaldato il forno. L'ho proprio surriscaldato.).
Imburrare le teglie (e soprassederò sulle mani che colano burro che mi perseguitano ancora).
Mettere un po' d'acqua del rubinetto nel pentolino e far scaldare.
Pesare tutti gli ingredienti (perchè farlo dopo, con il blob che blobba, può essere difficoltoso) e sistemarli sul tavolo (per lo stesso motivo di prima).
Tagliare il burro a quadratini (un po' perchè fa chic, un po' perchè così si scioglie prima), e metterlo nella ciotola con il cacao, lo zucchero e il sale.
Sistemare la ciotola sul pentolino con l'acqua (che a questo punto dovrebbe essere lì lì per bollire) e prepararsi al massacro alla creazione del blob.
Mescolare con fiducia e determinazione fino ad ottenere un composto omogeneo (allora. Prima o poi avrete un composto omogeneo, perchè se l'ho avuto io potete averlo anche voi. Nel frattempo, però, passerete attraverso queste fasi: 1) non si scioglie niente ma l'acqua schizza dalle fessure lasciate dalla ciotola; 2) sconforto; 3) non si scioglie niente ma s'è ammappazzato tutto; 4) non si scioglie niente ma il blob inizia a produrre strani rumori; 5) non riuscite più a mescolare perchè s'è ammappazzato troppo; 6) sconforto; 7) qualcosa inizia a sciogliersi; 8) il blob continua a rumoreggiare ma finalmente riuscite a mescolare; 9) a forza di mescolare e di maledire il blob ottenete un composto omogeneo.).
Togliere dal fuoco e lasciar raffreddare leggermente (leggermente significa proprio leggermente, perchè il blob vi ama, anche se non si direbbe, e più si raffredda più si appiccica, e davvero, avere il blob appiccicato addosso, sulla ciotola, sul mestolo, sul tavolo, sulla pagina della ricetta, non è consigliabile).
Incorporare le uova, una alla volta, amalgamandone perfettamente una prima di passare alla successiva (col primo uovo è filato tutto liscio, tranne che non riuscivo a rompere il tuorlo, ma alla fine l'ho placcato e massacrato con la personalità serial killer che non sapevo di avere; col secondo uovo il blob ha inizio a smolecolarizzarsi, e quando alla fine l'ho ricondotto alla ragione, con una trattativa degna dell'ONU, ho notato che era vagamente più vischioso di prima; col terzo uovo il blob ha iniziato a blobbare, ad agitarsi, a borbottare, senza contare che si stava smolecolarizzando sempre più; il timor panico ha preso il sopravvento e già mi ero immaginata inglobata nel blob a vivere la mia vita blobbizzando; col quarto uovo il blob ha smesso di botto di fare tutto quello che faceva prima, ed ha assunto una lucentezza vista prima solo nella pubblicità della Pantene, una consistenza ottimale ed era buonissimo, soprattutto dopo aver aggiunto la sventagliata di zucchero in sovrappiù.).
A questo punto aggiungere la farina e mescolare vigorosamente per un paio di minuti (dunque, io la farina l'ho aggiunta in tre volte perchè, completamente impanicata, temevo che il blob riprendesse a blobbare e non ce l'avrei fatta a domarlo un'altra volta. In questo modo invece è filato tutto liscio e il blob non s'è lamentato per niente.).
Versare il composto nella teglia (io nellE tegliE, ma uno zinzino di composto è finito pure sul tavolo. E un po' sulla maglietta. E un altro po' sulla testa di Spocchiosetta e Gadollo, che stavano lì nella speranza che qualcosa di commestibile gli finisse in bocca. Beh, l'ho quasi accontentati, basta migliorare la mira per la prossima volta.).
Infornare e cuocere a 180 gradi per 20 - 25 minuti (a me, che avevo surriscaldato il forno, sono bastati 15 minuti), tenendo presente che facendo la prova stecchino questo deve uscire ancora un po' umido e con qualche briciola attaccata.
Far raffreddare e solo quando sono freddi tagliare a quadrotti (figuriamoci se aspettavo tutto 'sto tempo. Li ho fatti raffreddare un po', poi li ho tagliati e ovviamente assaggiati. Effettivamente hanno corso il rischio di spezzarsi e trasformarsi in un puzzle, perchè erano troppo morbidi, ma è bastata un po' di accortezza).

A dispetto dello pseudo-dramma della preparazione, dovuto più al mio cedere facilmente al panico che al blob in sè per sè, i brownies/bloblies sono venuti ottimi. Anzi, più che ottimi. Anzi, ancora meglio. Cioccolatosi, dolci ma non stucchevoli e di una consistenza fondente che crea dipendenza. Insomma, io preferisco questi agli altri.

E ora scusate, ma devo strafogarmi. Anche questo è disciplina, altroché.


07/09/13

Il primo amore non si scorda mai

Le borse sono state la mia prima passione.
La prima cosa che ho rubato dall'armadio di mia mamma.
Il primo acquisto che ho fatto con il primo stipendio.
Amo profondamente e con la stessa passione un sacco di altri accessori, e anche un sacco di altre cose che accessori non sono, ma le borse mi suscitano sempre un brivido di nonsoche. Che siano semplici shopper di tela, famose icone di famose firme, borse comprate in spiaggia, al mercato, all'outlet, in negozio, basta che siano grandi e/o capienti come insegna Mary Poppins, quel brivido di nonsoche non manca mai, più fedele di qualsiasi uomo o cane abbia mai conosciuto.
Quindi.
Essendo i chiar di luna quel che sono, ecco qualche proposta low cost per stuzzicare il mio brivido.

Pimkie:






Bershka:






Stradivarius:





H&M:




...e se l'e-shop di legami non mi avesse abbandonato, non sarebbe finita qui...


06/09/13

Settembre

Settembre.
Tempo di nuovi propositi da non mantenere.
Tempo di compleanno.
Tempo di foglie che cadono e luce gialla.
Che poi, io non capisco perchè l'anno inizi a gennaio, quando per tutti o quasi il vero inizio dell'anno è a settembre. Reminiscenze dei tempi della scuola, immagino.

Comunque, ecco i miei buoni propositi rigorosamente in ordine sparso:

- smettere di cercare nuovi inizi, e farmi andare bene quelli vecchi. Alla fine, un inizio è pur sempre un inizio;

- comprare un'agenda e usarla;

- non farmi mandare in tilt dalla burocrazia;

- contare fino a dieci prima di rispondere. A meno che non si tratti di Puck, lui pretende risposte immediate, precise e che si adeguino alle sue volontà;

- continuare a sbavare infantilmente e inutilmente per il VicinoFigo perchè, mi perdoni il neurone, quella schiena poderosa, quelle spalle virili e quel culo sodo valgono bene un congiuntivo, un condizionale e pure un trapassato remoto in sovrappiù;

- convertirmi alla cancelleria seria. Basta Puffi, Ih-Ho, Olivia&Popeye, d'ora in poi andrò dritta sul monocolore. Almeno finchè non trovo un quaderno dei Sette Nani;

- ascoltare più musica;

- prendere più decisioni e non metterle in dubbio per almeno 7 giorni. Facciamo 5. Facciamo 3 e non parliamone più;

- fare una lunga camminata almeno tre volte alla settimana. Come incentivo mi permetterò di camminare dalle parti del VicinoFigo. E di portarmi la macchina fotografica. E le cose potrebbero farsi interessanti;

- darmi una disciplina. Orari, cibi e blog. A questo blog serve della disciplina. Pure al cibo, ora che mi guardo.


Bene. Direi che sono buoni propositi chiari, semplici e facilmente perseguibili.
Forse.





Ops.



04/07/13

Reiterati rivolgimenti (di palle)

Io e l'insonnia siamo amiche da un bel po'.
Ma non è questo il problema.
Il problema è che mi stavo beando del fatto che è dal 18 maggio che nessuno mi straccia le palle parlandomi del mio ex. Ed ero parecchio beata.
Poi apro Facebook, giusto per vedere se c'era qualche notifica, così, in amicizia, e mi trovo un messaggio privato dell'entourage dell'ex. Sì, proprio di quello lì.
E già lì m'è partito un certo giramento.
L'entourage mi informa, pure piuttosto malamente, che all'ufficio postale di pertinenza del PaeselloBucolico c'è un libro che mi aspetta. Un libro. Spedito dall'ex. E che beh, se non ho ricevuto nessun avviso passi, ma se invece l'ho volutamente ignorato sono un mostro insensibile senza cuore.
Non proprio con queste parole, ma il concetto era chiaramente comprensibile anche da un minus habens.
Ora.
Tralasciamo le considerazioni sul fatto che i libri costano, le spedizioni pure, e che quindi non si capisce come abbia fatto l'ex a compiere un tale atto eroico. Tralasciamo anche quelle riguardanti la venerazione che nutro per i libri e che mi renderanno difficilissimo il doverglielo rendere. Del resto, ad atto eroico si risponde con atto eroico.
Soffermiamoci invece sull'entourage.
Perchè, se l'ex m'avesse scritto, o chiamato, o anche mandato un messaggio di fumo in caso di saldi sulla legna, avrei potuto capirlo. Sono un mostro insensibile e senza cuore, ma mica stupida, eh.
Ma l'entourage, che cazzo c'entra? Perchè, oltre ad avere a che fare con uno che evidentemente non ha capito che ci siamo lasciati, devo anche guardarmi dal suo amico che non perde occasione per ricordarmi che loro esistono?
Voglio dire. Esisti? Buon per te. Ma la cosa non mi tange minimamente. Lasciami in pace, fammi godere 'ste giornate di tempo ballerino, le risate di Puck, l'insonnia, la crostata di marmellata e lo spuntino di mezzanotte. Non ricordarmi che ho sprecato un anno e mezzo con qualcuno che, davvero, mi domando come ho fatto a non sfanculizzare in tempo zero. Lasciami vagare beata nel vortice della vita da single. Vortice mentale, eh. Questo assaporare possibilità che non necessariamente si devono concretizzare, libertà che non necessariamente devo mettere alla prova, limiti che non ho necessariamente bisogno di oltrepassare, o di rispettare. Questa sana consapevolezza di imperituro egoismo grazie al quale posso fare quello-che-voglio-quando-voglio-come-voglio senza dover allertare nessuno, senza dare spiegazioni che non siano strettamente necessarie, senza giustificare parole, silenzi e punteggiature, senza preparare mentalmente discorsi adatti a non suscitare crisi, paure, seghe mentali, illazioni.
Io single sto bene, si nota?
Non capisco, non accetto e non giustifico questo quasi continuo immischiarsi in cose che l'entourage potrebbe tranquillamente ignorare. Così come potrebbe ignorare me. Non sopporto di trovare questi messaggi su Facebook, così come non sopporto il timore che mi assale quando vedo certi tipi di macchine e penso che potrebbero aver davvero fatto la follia di venire qua. E cosa dovrei dirgli? "Mi dispiace se stai male, ma io sto così bene che non lo credo quasi possibile"? "Non mi pento di averti lasciato, mi pento solo di non averlo fatto prima"? "Pensare all'anno e mezzo che ho passato con te mi fa venire l'orticaria e dei seri serissimi dubbi sulla mia sanità mentale"?
Sono tutte cose che penso.
Sono tutte cose che me lo toglierebbero dalle palle definitivamente. Almeno spero.
Potrei anche dirgli di peggio, volendo.
Ma non mi piace giocare al massacro.
Del resto, non mi piace nemmeno passare la notte al vento dei cojoni che girano.





16/06/13

Palliativi

Vagamente depressa perchè colui che non sa usare i congiuntivi sa invece coniugare i tempi al condizionale - con un netto rivolgimento di priorità, aggiungerei -, mi sono lanciata alla ricerca forsennata-e-vagamente-disperata di palliativi: 

- prendersela con FS perchè l'idea di parlare al VF è stata sua

- vedere tutte le puntate di tutti i CSI mai mandati in onda, spin-off compresi

- diventare una aficionada del canale YouTube e del sito di Joy of Baking, benedetta sempre sia Stephanie e la possibilità di estrinsecare il bisogno di calorie senza lanciarsi sul barattolo della Nutella

- cercare il senso della vita nella Divina Commedia; tipo, il giudice Nino Visconti che dice a Dante "[...]quanto in femmina foco d'amor dura/ se l'occhio o'l tatto spesso non l'accende" mi ha ricordato che: a) ho fatto bene a far diventare tale il mio ex e b) canottiera batte condizionale 1 a 0

- scandagliare il web alla ricerca di maschere home-made, scrub home-made, manicure home-made, ovvero come dedicare del tempo a me stessa ma in versione low cost, che di questi tempi ci manca solo che fondo la carta di credito per colpa di un troglodita qualsiasi

- ariscandagliare il web perchè ho voglia di doughnuts, e quando il doughnuts chiama è imperativo rispondere; che poi potrebbe nascere tutta una discussione sul gap tra Milano e il PaeselloBucolico, visto che là trovi tutto quello che desideri e pure quello che non desideri, e qua pure Baloo, a cui notoriamente basta lo stretto indispensabile , avrebbe serie difficoltà ad accontentarsi

- cercare nuovi giochi con cui sollazzare Puck, che prevedano necessariamente il suo lancio nell'aria e possibilmente qualche triplo salto mortale, perchè se non si rischia il cazziatone di FS e il suo veto assoluto non ci si diverte

- allenarsi a fare le bolle di sapone più grandi e indistruttibili mai fatte prima con una dotazione di base, con la scusa che a Puck piacciono tanto - il fatto che alla zia piacciano anche di più non c'entra niente, ovvio -


Alla fine, direi che va quasi bene così.


12/06/13

Ci vuole coraggio

VicinoFigo: "Buonasera" (detto con voce calda e profonda)
LaGiuditta: "Ciao" (sì, assomigliava più a un miao che a un ciao, ma alla fine si tratta solo di una consonante, e chi se ne frega di una consonante)
VF: "Oggi ci siamo incontrati proprio un sacco di volte" (detto con la voce calda e profonda di cui sopra)
LG: "Eh sì. (lo so, e sono state tutte queste volte in cui ci siamo incontrati realmentecasualmente a convincermi che sia un segno del destino. E anche il sole. E il fatto che stamani non sei andato a lavoro e avevi quella camicia bianca con cui eri ancora più figo. E che FS non è venuta e ci siamo visti anche senza la complicità di Puck-che-è-sempre-un'-ottima-scusa. Insomma, il destino mi chiama, e devo rispondere. Va bene, più che chiamarmi mi pare che il destino mi stia tirando per i capelli. Almeno spero. Non sono mai stata brava a capire cosa dicesse il destino. Ma, questa volta, o la va o la spacca)."
VF: "..."
LG: "Senti, ti andrebbe una pizza una sera?"
VF: "Ah. Beh. Boh."
LG: "Ah."
VF: "Non lo so."
LG: "Ah. Ehm. (Ho lasciato il gatto sul fuoco, scusa, devo andare.)
VF: "Può darsi."

Del resto, dall'uomo che se ne era già uscito con la perla del "ma per pescare bisogna uscire", cosa potevo aspettarmi?