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24/02/14

Glossario

Puck cammina e corre. Salta. Giravolta. Si nasconde.
Magna a quattro palmenti ma non sempre negli orari in cui dovrebbe farlo. Ora è in fissa per il ciaccino e se magnerebbe quello e il fornaio che lo sforna. Con l'aggiunta di un po' di passata di pomodoro bella fredda di frigo perchè si sa, l'aggiunta inopportuna di passata di pomodoro fredda di frigo rende appetibile anche la soletta degli stivali da lavoro del babbo.
Ti prende per mano e ti traina in luoghi facilmente accessibili a chi è alto meno di un metro. "Pispolo no fermo la zia non ci entra sotto la rosa ouch-che-dolore ti ho detto fermo non ci passo da lì ma porca zozza ho preso il ramo in testa pispolo lasciami che sto arando tutto il sottobosco no i rovi noooooooooooooooo" e alla via così.
E' Baloo-addicted e lo guarderebbe per ore di fila il che, pessima persona che sono, non sempre è il male perchè dopo un'ora di corse folli (sue) e di parate di angoli, bordi, scalini (mie) sbolognarlo davanti a un orso che balla e si gratta la schiena con le palme apre scenari di riposo inaspettati e gratificanti.
Gioca a girotondo, ma si butta per terra a "(quant'è bello il) mondo", poi si siede e si applaude. Il suo gioco preferito è nascondino, soprattutto quando fingi di non vederlo anche se ti sta pestando i piedi, dato che avere un compagno di giochi (che finge di essere) completamente idiota è divertentissimo.
'nsomma, Puck fa un sacco di robe e la zia potrebbe parlare per ore delle sue conquiste, che so' pure un po' mie, solo che ho ancora quel minimo di rispetto per la mia intelligenza che mi impedisce di vantarmi di cose che tutti i bambini fanno. Che poi lui sia il più figo è indubbio e non sarei una brava zia se non lo pensassi e/o esternassi.
Puck però non parla. Si esprime a sillabe ben precise e mette insieme frasi composite ma non comprensibili da nessuno. Il pispolese è una lingua estremamente complessa.


Dizionario pispolese - italiano

Mamma: mamma è mamma, e su questo non ci piove. Oppure può voler dire babbo, nonno, nonna, bisnonna, zia, cugino, ciuccio. Indovinare a chi si riferisce è indispensabile, ma non scevro di pericoli per i timpani.

Go: andiamo; muoviti; vieni; spostati. Tutto quello che ha a che vedere con il movimento è sintetizzato in go. Non ci si spiega da dove abbia tirato fuori questa influenza anglosassone, visto che il massimo di inglese parlato da queste parti è 'the book is on the table'. 

Gu: io; me. Esprime una qualsivoglia azione che possa essere egoriferita. Perchè Puck è tendenzialmente egoriferito, e giusto un tantino megalomane. Vagamente pispolocentrico, ecco.

Cquo: "ehi tu, adulto di riferimento, cos'è questa cosa qua? Come si colloca nell'ordine generale del mondo? Mi piace o no? Tu cosa ne pensi? Ti piace o no? Cos'altro puoi dirmi a questo proposito? Ma sei sicuro? Parliamone.".

Ga: uno dei nostri due cani, a scelta. Per estensione, perchè se non si estende non ci piace, ga indica qualsiasi animale, o anche qualcosa che assomiglia a un animale. Tipo i capelli a barboncino della vicina. 

(Gh)iaaa: non s'è capito bene. O perlomeno, gli altri non hanno capito bene. *momento ziacentrico: on* Per me è evidente che significhi zia. Che altro potrebbe significare? Del resto, se dice mamma, perchè non dovrebbe dire zia? Sono altrettanto importante e sicuramente più divertente. *momento ziacentrico: off*

Ooooooohhhhhhhh: può essere utilizzato in svariati contesti, ma tendenzialmente serve a sottolineare che quanto stai facendo non in linea con il suo volere. Tipo: "come ti permetti di non considerarmi?" o "come osi uscire di casa senza di me?", ma anche "no, non puoi andare in bagno adesso poichè stiamo giocando, e se la tua è una necessità impellente non me ne frega una cippalippa, dotati di pannolino e non rompere.".

Agà: potrebbe essere equiparato al "Gerooooonimoooooooooooooooo" dei paracadutisti americani.

Dedede: ecco, qui bisogna stare attenti. Dedede è il cazziatone del pispolo. La conseguente contropartita può essere devastante.

Mg: è la legna. O il bosco. O il mobile in legno. Insomma, qualsiasi cosa sia/sia stato/possa essere riferito a un albero. Essendo il babbo uno che con la legna ci lavora, mi sovviene il dubbio che mg possa essere una sorta di marchio di fabbrica debitamente registrato all'ufficio deputato all'uopo.

Eeeeh: (con le braccia allargate e i palmi rivolti in alto) è l'equivalente del "che cavolo stai dicendo (,Willis!)" di arnoldiana memoria


Al pispolo i centoquaranta caratteri vanno larghi. Lui è per Twitter 3.0.


14/11/13

Questo anno così intenso

Caro pispolo,
sì, ti chiamo pispolo, così, pubblicamente. E continuerò a farlo prima e dopo la tua maggiore età, sappilo adesso e mettiti l'anima in pace. E quando avrò la dentiera, più rughe che capelli e una manciata di bisnipotini che faranno lo slalom tra il bastone e la sedia a dondolo, bene, continuerò a chiamarti pispolo. Perchè t'ho pulito e cambiato il pannolino, perchè m'hai fatto la pipì addosso e perchè mi hai vomitato in faccia, in un momento indimenticabile. Indimenticabile perchè allora ero ancora in grado di alzarti sopra la testa, mica per altro. Adesso tutte le volte che ti prendo in collo mi cede l'anca e la scapola sospira. Ma non demordo, continuerò a prenderti in collo e a farmi baciare, anche se ogni tanto ti sfugge la differenza tra baciare e sbavare. Ma del resto sei un maschio, e mica sempre i maschi la capiscono, 'sta differenza sostanziale. Magari però di questo parliamo un'altra volta. In occasione dei tuoi 21 anni, che ne dici?

Caro pispolo,
ricordo quando ti ho visto la prima volta. Ti ho preso in braccio e mi sono avvicinata ai tuoi occhietti nebulosi, perchè i neonati non vedono a più di 20 centimetri (o 30? 'Na roba del genere, comunque) di distanza. Aspettavo un'epifania che non è arrivata, ma in compenso ti ho amato subito. Non è stato un momento epico, ma sicuramente indimenticabile. I momenti epici li lasciamo a Omero, e chissenefrega. Da lì ti sei insinuato nella mia vita, silente e letale. Sì perchè, pispolo, te lo devo dire, io ti amo alla follia e darei svariati organi vitali per te, ma da quando ti conosco ho capito che significa invecchiare. Non c'entrano i capelli bianchi, le rughe, le smagliature, le vene varicose e tutta un'altra serie di cose orride di cui preferisco dimenticare la possibilità dell'esistenza. Invecchiare significa che alla settima volta che facciamo le scale in su e in giù io ansimo e sono prossima all'attacco di cuore, e te stai lì, alzi i braccini e mi guardi come a dire: "Gliela fai o te cambio con un modello nuovo? Perchè il prossimo lo vorrei col bluetooth, i messaggi telepatici mi paiono troppo lenti.".

Caro pispolo,
quando oggi hai scoperto che dietro la porta ci sono le scale, e hai guardato in rapida successione le scale, la porta, le scale e me, con quegli occhioni spalancati e quella bocca atteggiata a O, ho capito che è vero che i bambini ti fanno riscoprire la sorpresa e l'emozione nelle cose di tutti i giorni. Perchè per te le scale compaiono solo con la porta aperta, come se fosse una magia, mentre se è chiusa le scale scompaiono, come se non esistessero. E dopo aver scritto questa cosa, e averla riletta un paio di volte, facciamo anche tre o quattro, ho capito che è una frase sensatissima per me ma piuttosto cretina per chiunque altro, e qui sì che m'è arrivata un'epifania: i primi filosofi, quelli di cui parlavamo ieri mentre facevi merenda, Talete e Anassimene e Anassimandro e Eraclito e tutti gli altri simpaticoni, altro non erano che zii completamente rincoglioniti. Poi qualcuno li ha presi sul serio e voilà, mo' ce tocca sorbirci un sacco di cazzate spacciate come se fossero chissà che genialate. C'è da dire, però, che magari tra una ventina di secoli o giù di lì a scuola studieranno Giudittologia applicata e posizioneranno il mio busto in ogni pertugio di ogni biblioteca. Ah sì, ho anche pensato: "Oh porca troia, mica vorrai fare anche queste, vero?". Ma ti amo lo stesso.

Caro pispolo,
in quest'anno ti ho visto trasformarti da tartarughino senziente a tappo coinvolgente. Hai imparato a metterti seduto, a strisciare, a gattonare, a camminare. Hai imparato a mangiare. Hai imparato a sorridere, a ridere, a fare ciao. E poi hai imparato a parlare una lingua tutta tua, una via di mezzo tra il russo e il lappone con incursioni in svariate lingue morte. Dici mammmmmma, babbabbabbo perchè dirlo con solo due sillabe non renderebbe bene l'idea del rapporto speciale e intenso che vi lega, gnogna che vale per le nonne, i nonni e la bisnonna, ma tanto diciamocelo francamente, loro mica c'hai bisogno di chiamarli, basta un impulso mentale ed eccoli lì, a viziarti in modo spudorato e in modi che mai avrebbero immaginato finchè sono stati solo genitori. Sei passato dalle gengive mollaccicose a delle gengivette dure e pericolosissime, e alla fine, oggi, proprio oggi, tra le ovazioni generali, eccolo qua, il primo angolo del primo dente. Una conquista fantastica, ma caspiterina, quanto rogni per 'sti denti. Se penso che questo è solo l'inizio, e a quanto c'hai da crescere, mi prende una vertigine. Di emozione. E di un vago senso di terrore.

Caro pispolo,
volevo farti gli auguri ed è venuta fuori una lettera senza capo nè coda.
Ma l'amore è così.

16/06/13

Palliativi

Vagamente depressa perchè colui che non sa usare i congiuntivi sa invece coniugare i tempi al condizionale - con un netto rivolgimento di priorità, aggiungerei -, mi sono lanciata alla ricerca forsennata-e-vagamente-disperata di palliativi: 

- prendersela con FS perchè l'idea di parlare al VF è stata sua

- vedere tutte le puntate di tutti i CSI mai mandati in onda, spin-off compresi

- diventare una aficionada del canale YouTube e del sito di Joy of Baking, benedetta sempre sia Stephanie e la possibilità di estrinsecare il bisogno di calorie senza lanciarsi sul barattolo della Nutella

- cercare il senso della vita nella Divina Commedia; tipo, il giudice Nino Visconti che dice a Dante "[...]quanto in femmina foco d'amor dura/ se l'occhio o'l tatto spesso non l'accende" mi ha ricordato che: a) ho fatto bene a far diventare tale il mio ex e b) canottiera batte condizionale 1 a 0

- scandagliare il web alla ricerca di maschere home-made, scrub home-made, manicure home-made, ovvero come dedicare del tempo a me stessa ma in versione low cost, che di questi tempi ci manca solo che fondo la carta di credito per colpa di un troglodita qualsiasi

- ariscandagliare il web perchè ho voglia di doughnuts, e quando il doughnuts chiama è imperativo rispondere; che poi potrebbe nascere tutta una discussione sul gap tra Milano e il PaeselloBucolico, visto che là trovi tutto quello che desideri e pure quello che non desideri, e qua pure Baloo, a cui notoriamente basta lo stretto indispensabile , avrebbe serie difficoltà ad accontentarsi

- cercare nuovi giochi con cui sollazzare Puck, che prevedano necessariamente il suo lancio nell'aria e possibilmente qualche triplo salto mortale, perchè se non si rischia il cazziatone di FS e il suo veto assoluto non ci si diverte

- allenarsi a fare le bolle di sapone più grandi e indistruttibili mai fatte prima con una dotazione di base, con la scusa che a Puck piacciono tanto - il fatto che alla zia piacciano anche di più non c'entra niente, ovvio -


Alla fine, direi che va quasi bene così.


02/12/12

Pannolini sporchi

Ce la posso fare.
Ce la posso fare.
Niente panico.
Ce la posso fare.

Puck piange alla disperata.
Finchè piange vuol dire che respira, e se respira va tutto bene. Sono d'accordo. Ma come si spegne? Quando finisce? Perchè piange?
Occhieggio la finestra. Il lancio sarebbe breve e non si farebbe nemmeno troppo male. Siamo a piano terra.
No, ok. Poi come lo spiego a sua madre?
Vabbè. Finchè piange vuol dire che respira, e se respira va tutto bene.
Io però non lo sopporto più.
Lo prendo in braccio. Sì. Lo so che lo vizio e che innesco un circolo vizioso per cui appena lo poso lui piange, io lo prendo in collo, lui smette, lo poso, lui rinizia e alla via così.
Ma 1) io sono la zia, e le zie sono geneticamente e patologicamente predisposte a viziare i nipoti di spettanza, e 2) se piange ancora un po' i casi sono due: o sopravvivo io o sopravvive lui. E gli allibratori mi sono sfavorevoli.
La nube verde che gli aleggia intorno al pannolino dovrebbe solleticare il mio istinto archeologico materno, ovunque esso sia.
Va bene. Lo prendo in braccio. E fin qui la tecnica è acquisita.
Lo trasporto.
Lo deposito sul fasciatoio.

Ci guardiamo.
In silenzio.
Occhi negli occhi.
Lui si aspetta che io faccia qualcosa. Del resto, attualmente sono l'unica adulta a sua disposizione. Ma che io sia adulta è tutto da dimostrare. Lui ancora non lo sa, però, beata creatura.
Insomma.
Scavo uomini morti, mi farò sconvolgere dal pannolino di un bambino vivo?
Certo che no. Non può essere peggio che lavare denti inutilizzati da svariati secoli, nè di alcuni impasti ceramici che appena bagnati appestano l'ambiente, e il cui olezzo ti porti dentro il naso per ore.
Gli slaccio il body. E fin qui non ci sono grossi problemi. Si tratta di tre bottoni, riuscirebbe anche a sbottonarlo da solo.
Mi fermo un attimo, tremando per l'ardimento che (mi) dimostro.
Tolgo il pannolino.
E no, non ditemi che non fa schifo.
Non ditemi che una mamma nemmeno se ne accorge, che del tuo bambino ami anche il lordume, che la cacca del neonato è santa.
Non dite niente.
Amo Puck in tutte le sue manifestazioni. Tranne quelle corporali.
Nonostante rischi di vomitargli la colazione in testa, pulisco, incremo e agguanto il pannolino pulito. 
Sì. Bella prova.
Da che parte si mette?
Guardo Puck aspettando che mi dia qualche indicazione, ma è troppo occupato a cercare di ribaltarsi.
Guardo il pannolino.
Aspetta.
Puck sta cercando di ribaltarsi? Perchè Puck sta cercando di ribaltarsi? 
Devo impedire che Puck si ribalti.
Con una mano tengo il nano infingardo, con l'altra agguanto il pannolino, apro la chiusura coi denti e lo impacchetto.
Richiudo il body e lo solleva prima che riesca a portare a termine il suo piano malefico (rotola-rotola-rotola-fai-splatch-sul-pavimento-decreta-la-morte-della-zia-ardimentosa).
Felice di aver evitati tutti i disastri inizio a raccontargli di Machu Picchu, degli Inca, dei Conquistadores e corbellerie varie.

Lo amo come e più di prima.
Ma io, lui e i pannolini siamo un triangolo che non funziona.
 

17/11/12

Puck

Puck ha meno di 72 ore di vita.
E ha già sedotto più donne lui di svariati trentenni di mia conoscenza.
Porta fortuna.
Profuma di cucciolo.
Apre gli occhi e sembra un po' spaesato.
Ha le orecchie a punta.
Gli piace stare in braccio.
Sbadiglia spalancando la bocca e la lascia aperta per un po'. Come se volesse mangiarsi il mondo a morsi. Peccato che al massimo può solo biascicarlo un po'.
Ha le gengive mollaccicose e una linguetta da tartaruga.
Dorme. 
Dorme. 
Dorme. 
Non piange. Discetta e dissente. Al limite.
Ha piedi da hobbit e mani da mago. E artigli da felino.
Si sveglia salutando il mondo.
Ogni tanto fa un gesto da elfo benedicente che non si sa come gli sia venuto.
Tiene il mignolo bello dritto e il resto della mano chiuso. Speriamo non impari a tirar su pure l'indice. Non parliamo poi del medio.
I rumori non lo infastidiscono.
Odia essere cambiato.
Si destreggia in ogni situazione ed è sempre a suo agio.
Ha sedotto la zia dopo circa 2 millesimi di secondo.
Fa pensare, riflettere e cogitare.
Quando ha il singhiozzo fa uic.
Starnutisce.
E' bello. (l'obiettività non vive più qui, ha tolto le tende meno di 72 ore fa e non la rimpiango.)
Pare strano che sia cresciuto nella pancia di FS.
Pare ancora più strano che rimanga per sempre e che non sia solo in visita.
Non ha ancora un nome, perchè inquadrarlo in un nome è quasi riduttivo. E poi c'è tempo. E comunque ancora non risponderebbe.
Ha una pletora di zie, nonne e nonni al suo esclusivo servizio. E sa come usarli.
Ha reso felici FS e PrincipeAzzurro.
Ha reso felici tutti, via, diciamolo.

Amare Puck è un amore che dura tutta la vita. Con buona pace di Oscar Wilde.
 


06/11/12

La novità della vita

Le novità fanno bene al cuore.
Soprattutto quando una FS e un PrincipeAzzurro mettono in cantiere un fantolino che riscalda l'anima anche se non è ancora nato.