13/05/13

LaGiuditta Reloaded

Prima di tutto specifichiamo una cosa: quando le cose si mettono di buzzo buono per andar male, andranno male a prescindere. Puoi giusto sederti sul gradino e aspettare che abbiano finito, e 'fanculo.
Acquisita questa grande verità, andiamo avanti.

L'avanti si estrinsicherebbe in libri da leggere, pagine da studiare, parole da scrivere, concetti da ricordare e Puck da viziare spudoratamente.
E fin qui ci siamo.

Poi c'è il VicinoFigo. No, dico, la stagione non aiuta e la canottiera bianca rimane nell'armadio, ma la shirt verde è godereccia. Godereccia parecchio.
Talmente godereccia che quando lo vedo, il neurone si getta in ginocchio e chiede pietà. No, questo è l'ormone. Il neurone è disperso. Neurogramma piatto. Connessione in corso perpetua. 'Na roba che mi vergogno di me stessa.
Io. Una ex faccia di bronzo. Una timida convertita a viva forza, regredita a livello cavernicolo andante. Ora, posso capire che sono obbligata all'uso degli occhiali, e la cosa mi inibisce alquanto. Ma insomma, c'ho da dirgli tre parole: "Ti va una pizza una sera?". Va bene, non sono tre parole. Però non è che ho bisogno di vederlo nitidamente per dirle, no? Anzi, probabilmente è meglio vederlo poco e male. Tipo talpa esposta improvvisamente al sole di mezzogiorno, insomma. In ogni caso, se passate dalla pizzicheria compratemi 1 kg. di coraggio e 500 gr. di sfrontatezza, grazie.

Infine, last but not least, m'hanno assunto per un mese di prova (buahahah). Eh sì. Mica pizza e fichi. E c'è pure la possibilità di essere assunti a tempo indeterminato. Ah, e di fare carriera. Ho già riso sarcasticamente, vero? Che poi è stato bello, davvero. Ho inviato il CV in una delle mie sessioni di mando-il-curriculum-a-chiunque-basta-che-possa-tenermi-i-vestiti-addosso. C'era scritto "mansioni di segretariato". Giuro. Segretariato. Poi mi contattano la prima volta, mi fissano un colloquio e lo sfissano subito dopo a stretto giro di telefonate. Ma tipo un anno fa, eh. La settimana scorsa mi richiamano. Fissano un altro colloquio che, indovina-indovinello, viene sfissato il giorno dopo. Ma mica perchè hanno trovato una meglio, eh. Nonono, loro vogliono me. Proprio me. Prima mi assumono (per un mese di prova), poi la settimana prossima ci conosciamo. Ah beh. Non possono fare a meno delle mie competenze. Ah beh. Grazie. Non ho capito esattamente che c'entrano le conoscenze archeologiche, archeometriche e ceramologiche con le mansioni di segretariato ma tant'è, è evidentemente un problema mio. Solo che non si tratta di segretariato. Sì, lo so che io ho inviato un CV dettagliato per quelle mansioni là, ma no. Praticamente è un call center, ma non fa chic dirlo. E si offendono pure se provi a insinuarlo. I call center non sono politically correct. Insomma, ci si prova. Tanto è un mese di prova (con le possibilità di carriera e di contratto a tempo indeterminato però). E fingerò di non essermi sentita un po' Marta, mentre mi spiegavano cosa dovevo fare. Basta solo che non mi chiedano di cantare così, appena scesa dal letto.


02/04/13

Motivi per cui i Milanesi* mi faranno diventare matta

1) I Milanesi vanno sempre di corsa. Sempre. Nel tempo in cui io prendo il caffè, un Milanese DOC assume un pasto completo. E dico "assume" perchè il Milanese non mangia. Masticare e deglutire è una perdita di tempo. Non per niente, all'università la pausa pranzo non è prevista. Puoi assumere un adeguato numero di calorie approfittando dei quarti d'ora accademici, altrimenti dieta.
2) I Milanesi si mettono in fila per qualunque motivo. Anzi. Si mettono in fila anche quando non c'è motivo. Per il Milanese la fila è vita. Se c'è fila c'è speranza. Non si sa di cosa, ma la speranza spesso basta a sè stessa.
3) I Milanesi non ti riconoscono al di fuori del tuo contesto originario. Nel senso, se ti hanno conosciuto seduta al terzo posto della seconda fila, non ti riconoscono se ti siedi al secondo posto della terza fila. Tocca ricominciare da capo tutto il processo di socializzazione e, sinceramente, i processi di socializzazione milanesi sono lenti, ridondanti e complessi.
4) I Milanesi hanno uno strano modo di parlare di cui non riesco ad appropriarmi. Ora, davvero, non ho intenzione di rifarmi a Dante e al limpido italiano parlato nella mia regione. Ma: a) tutte le volte che sento dire lèziòne mi si rizzano anche i peli che depilo accuratamente, e b) se non capisci quando ti chiedo un pahchetto di Hamel Light è colpa tua e non mia, anche se so benissimo che dovrei chiedere un pakkketto di Kamel Laitt. Per non parlare di quell'accento snob che presuppone che l'interlocutore sia tonto e che stia parlando nonostante l'insalata incastrata tra gli incisivi.
5) I Milanesi non vedono mai il cielo. Cioè, io capisco che il cielo da quelle parti sia di un grigiore spaventevole e che il sole, quando c'è, sia giusto una macchia sfocata. Certo che salire in macchina nel garage sotterraneo sotto casa per arrivare al parcheggio sotterraneo della metropolitana (che guardacaso è sotterranea), o anche al parcheggio sotterraneo del centro commerciale (che non è sotterraneo ma è comunque illuminato artificialmente) non invoglia a sfoderare gli occhiali da sole e a girare a naso all'insù.
6) I Milanesi hanno una spinta verso l'edificazione e la cementificazione che stupisce. Stupisce soprattutto che non abbiano ancora buttato giù il Duomo, perchè con tutti quei volumi da reimpiegare in pieno centro ci sarebbe da fare il colpo immobiliare del secolo.
7) I Milanesi lavorano. Lavorano 24/24, 7/7. Poi non hanno tempo per trovare un/a fidanzato/a, una lavatrice nuova, un hobby, un paio di scarpe decenti, cinque minuti per accorgersi che il Comune ha indetto la campagna "Adotta una guglia", scoprire che possono visitare un sacco di musei tutti dentro il Castello Sforzesco (voglio dire, sia mai che uno perde tempo a spostarsi tra sedi diverse). Hanno a malapena il tempo di farsi una doccia ma, ça va sans dire, il profumo dei soldi copre ogni altro olezzo.
8) I Milanesi chiamano clèr la saracinesca. Lo dico con sicurezza, perchè l'ho googlato e sono finita sul WordReference Forum, mica pizza e fichi. Io pensavo che fosse La Clair, tipo un modo familiare per chiamare un aggeggio che vedi più spesso della moglie/del marito e che si frappone tra te e la libertà (leggi: la macchina) come se fosse un figlio. Poi mi sono resa conto che milanese e familiare non potevano andare nella stessa frase a meno di non coniare un nuovo ossimoro.


...continua...




* Generalizzare è brutto e non si dovrebbe fare. Sono cattiva, lo so. :) 

** Scritto con la (fondamentale) partecipazione di buona parte dei rami della famiglia Pissa.

05/02/13

19/09/2010

Stasera avevo un'intensa, intensissima, coinvolgente, coinvolgentissima voglia di utilizzare un post e sbroccare pesantemente su quello che adesso è il mio ex. Perchè insomma, io ci sto anche a passare da stronza infame, ma alla fine mettiti l'anima in pace e smetti di stracciare i maroni a chicchessia. E già che ci sei smetti anche di pubblicare canzoni su FB, che tanto la figura del patetico omuncolo ce la fai te. E, in ogni caso, ascoltali i testi ogni tanto, porcaccia di quella miseria. Ah, e visto che ci tieni, le potevi pubblicare pure prima, le canzoni, senza aspettare di essere piantato. Amen.
Dicevo. Avevo questa voglia qua, quasi un bisogno atavico. Poi mi sono ricordata di aver scritto delle istruzioni per l'uso, parecchio tempo fa. E le riporto pari pari (qua il post originario, e no, non ho intenzione di riflettere su quanto le cose non cambino, in due anni). Perchè non sono solo istruzioni per chi legge. Ma soprattutto per chi scrive.
 
1 – Giuditta è stata, è e sarà l'unica protagonista assoluta di questo blog. Nel caso non si fosse notato, il blog si chiama il Meraviglioso Mondo di Giuditta e non il Meraviglioso Mondo di Chiunque. Coloro che sono qui nominati sono molto amati da Giuditta – se non diversamente specificato –, ma sono un contorno. Un contorno a cui voglio una quantità inimmaginabile di bene.

2 – Giuditta è consapevole che alcune persone che la conoscono realmente leggono questo blog. Qualora il soggetto non sia specificato, non significa che tutti quelli che conoscono Giuditta nella sua accezione quotidiana debbano sentirsi tirati in causa. Loro sono chiaramente chiamati per (sopran)nome. In caso contrario, Giuditta non parla di loro.

3 – Giuditta fa un uso smodato e irregolare di ironia. Non pretende che sia sempre capita perché a volte non la capisce nemmeno lei. Resta il fatto che Giuditta usa talvolta le parole tenendo il loro significato ben presente, e di conseguenza se dice “amo” significa che ama, se dice “odio” significa che odia, se dice “non so” significa che non sa, contesto permettendo. Nel caso in cui quello che scrive venga interpretato, si auspica che il lettore/interprete tenga ben presente che si tratta di una sua visione personale e non di una Verità Assoluta. A Giuditta fa piacere conoscere queste visioni personali, ma si riserva il diritto di offendersi, ridere, spernacchiare o cazziare pesantemente l'interlocutore o interlocutrice che sia.

4 – Leggere questo blog, un altro blog, o leggere in generale deve essere un piacere e non un dovere. Ergo, nessuno si deve sentire obbligato a leggere il blog di Giuditta, e Giuditta da parte sua si impegna a non interrogare minuziosamente tutti quelli che le stanno intorno su quanto ha scritto, scrive o scriverà.

5 – Anche se il titolo del blog è il Meraviglioso Mondo – di chi è si spera sia stato capito –, il mondo di Giuditta ovviamente non sempre è meraviglioso. Anche lei sguazza nella melma quotidiana come chiunque e se le vengono le paturnie invece di entrare da Tiffany entra da Motivi. Non sempre questo le fa passare le paturnie, quindi si riserva il diritto di scrivere post malmostosi che, del resto, possono non essere letti.

6 – Come è piuttosto palese, Giuditta possiede almeno 15 personalità intercambiabili, e per conoscerla è necessario una frequentazione di decenni. Nonostante i post, malmostosi o meno, pensare di riuscire a dipanare le personalità di Giuditta solo attraverso quello che scrive appare un tentativo disperato e masochista, dal quale Giuditta si sente obbligata a mettere in guardia chiunque. E comunque sia non si ritiene responsabile della sanità mentale altrui.

7 – Giuditta è snob. Lo nasconde piuttosto bene, sa fingere di essere simpatica-carina-alla-mano con chiunque, ma è una mera finzione. Giuditta è snob, e ci tiene a sottolinearlo. Chiunque si senta ferito dal suo snobismo se lo può tenere per sé, perché Giuditta è snob da eoni e non cambierà per qualche misero comune mortale ferito. Giuditta si riserva il diritto di snobare chi vuole quando vuole come vuole. E se vi sembra antipatica sappiate che questa è una delle sue personalità, e tra l'altro è una di quelle a cui tiene parecchio.

8 – Giuditta non parla di politica. Non capisce niente di politica, ma ammetterlo pubblicamente ferirebbe il suo snobismo e quindi preferisce soprassedere. Inoltre ritiene che politica e religione siano due argomenti molto intimi, e che sia di cattivo gusto mettersi a disquisire di argomenti intimi. Meglio così, fidatevi.

9 – Giuditta è single. Giuditta non è innamorata di nessuno, e sottolinea nessuno. Giuditta attualmente ha messo il cuore in ghiaccio e non prevede di scongelarlo a breve per nessuno, e sottolinea nessuno. Qualora Giuditta abbia dato una impressione diversa si scusa, ma si vede costretta a disilludere i suoi lettori. Qualora Giuditta cambi stato mentale, ne darà comunicazione orale al diretto interessato, e successivamente comunicazione scritta a tutti gli altri. Mai, e sottolinea mai, Giuditta userà questo blog per lanciare messaggi subliminal-sentimentali a chi la legge, ritenendo che in certi casi è meglio metterci la faccia, onde ricevere un bacio o una pernacchia, dipende dai casi. 
 
Giuditta ripete che non si sente responsabile delle interpretazioni date da altri a quanto scritto da lei.

01/02/13

Corrispondenza di amorosi geni

LaGiuditta: "Sbav sbav"
SignorNo: "Fammi indovinare. C'è il VicinoFigo che armeggia qui fuori."
LG: "Sbav sbav"
SN: "Ma ora che te ne vai in TerraLombarda lui poverino che dovrebbe fare? Aspettarti?"
LG: "Sbav sbav"
SN: "E poi ti perdi gran parte della stagione di pesca."
LG: "Sbav sbav. Ma io a maggio torno. E resto fino a settembre. Perderò la stagione di pesca, ma mi becco in pieno quella della canottiera bianca."
SN: "..."
LG: "Sbav sbav"
SN: "E poi lui è un timidone, non ti chiederà mai di uscire."
LG: sguardo di disappunto. Nell'ottica paterna dovrei essere io la timidona. Quest'uomo mi conosce troppo bene. Sgrunt. "Sbav sbav"
SN: "Se vuoi posso farvi io da mediatore."
LG: "..."
SN: "Facciamo così: domani per distrarti mi aiuti a smontare la mensola/spostare l'armadio/portare su il mobile/spostare il tuo nano da camera/togliere il comodino."
LG: "Papino, ma visto che fai tanto lo splendido perchè non chiedi al VicinoFigo di aiutarti?"
SN: "Ottima idea. Mica c'avevo pensato. Sarà divertente vedere la tua faccia quando scenderai a fare colazione e te lo troverai in attesa davanti alle scale. Ti conviene cambiare il pigiama peloso, pare che la flanella uccida l'ormone."
LG: "..."


Chissà se è meglio morire di imbarazzo in pigiama di flanella o di freddo in sottoveste di seta.

31/01/13

Ricapitolando

- Sono single.
- Mi trasferisco in TerraLombarda.
- Il VicinoFigo rimane in TerraToscana, ma io a maggio/giugno torno e questo significa che me lo godrò mezzo nudo come se non fossi mai partita.
- Sono in trip per questa canzone


e tralascerò ogni spiegazione prima che mettiate su una class action per farmi rinchiudere in manicomio.
- Ho deciso di concedermi una cazzata ogni tanto, giusto per ricordarmi che gusto c'è a sbagliare, senza contare che se smettessi di stupire di me stessa non sarei più io.
- Devo capire come cambiare linea della metro senza perdermi, che poi non mi viene a recuperare nessuno e tra 2000 anni si chiederanno perchè il mio corpo giace in un luogo turpe.
- Dopo il mio prossimo viaggio in treno, Trenitalia metterà la franchigia bagaglio come sugli aerei e non farà più salire trentenni in fase di trasferimento.
- Puck è diventato grande e talvolta ho difficoltà a riconoscerlo. Considerato che ha 2 mesi e mezzo, non sono ottimista per il futuro. Oggi però ha ricompensato i miei sforzi per divertirlo con un mezzo sorrisetto storto, e mi ha permesso di visualizzarlo tra 14 anni, quando sedurrà stuoli di adolescenti con lo stesso sorrisetto. Per la serie "ogni stronzetto è bello a zia soja".
- Avevo dimenticato che la vita della studentessa fuori sede è fatta anche di amletici interrogativi tipo "Compro il fondotinta o il pranzo per domani?".
- Sono così presa dall'organizzarmi la vita in tabelle rigorosamente divise per colori che potrei addirittura dimenticarmi di mangiare cioccolata. Ho detto "potrei", eh.
- Mi sono dimenticata di raccontare quanto segue:
in data 09/01/2013 ero a CittadinaMedievale che aspettavo il pullman per CittàRinascimentale. E che fai quando aspetti? Certo. Vai a prendere il caffè. Entro al bar e vedo il barista più figherrimo che possa esistere sulla faccia della terra. E sì che io di baristi ho una certa esperienza. Insomma. Chiedo un caffè cercando di non sbavare troppo. Poi, capitemi, è pressochè l'alba, non ho il pieno controllo delle mie facoltà. Infatti lo fisso spudoratamente a bocca aperta. Metto pure il fruttosio nel caffè e, davvero, dovrebbe essere proibito mettere il fruttosio nel caffè. Comunque. Io lo fisso. Lui mi fissa. 'Spetta 'spetta 'spetta. Lui. Mi. Fissa. Poi si abbassa alla mia altezza. Considerato che lui è due metri di fighitudine e io un metro e un tappo di sbavosità, va detto che il suo è uno sforzo notevole. Mi guarda dritto negli occhi. Sperem' di aver tolto le cispette e di aver messo almeno il mascara. Credo di averlo fatto, ma a quest'ora sarei anche potuta uscire in pigiama. Ora, per farla breve, il BaristaFigherrimo mi conosce. Da anni. Facemmo sempre colazione nello stesso bar, nella mia vita precedente. Già allora era il mio sogno erotico, ma ancora non era a questo livello di gnoccaggine. Il problema è che io non lo avevo riconosciuto. E non riconoscere uno come il BaristaFigherrimo è il primo passo verso la senilità. Che amarezza.
- Considerato quanto sopra, devo tornare a fare colazione al bar del BaristaFigherrimo, possibilmente senza mettere il fruttosio nel caffè che non è bello rischiare di sputarglielo in faccia.
- Possiedo una postepay nuova fiammante che invoglia inquietantemente all'acquisto online. Devo resistere. Devo. Resistere. Resisterò. Sìsìsìsì.

29/01/13

Sono i casi della vita

Capita che partecipi a qualcosa con delle motivazioni che sul momento possono essere giuste, anche se probabilmente non lo sono in assoluto.
Capita che poi quasi te ne dimentichi, perchè non ci speri.
Capita che vinci, e che devi trovare nuove motivazioni per sostituire quelle vecchie.
E capita pure che lo fai, perchè lo vuoi, perchè ne hai bisogno e perchè chi ti sta intorno ti minaccia - in senso altruistico eh -.

Ecco perchè dal 9 febbraio mi trasferisco in TerraLombarda, a casa di SorellAmica, TassioPissa, Viox e Lox.
Mi aspetta un abbonamento della metro, una tessera della biblioteca, una nuova Università e un nuovo modo di vivere, se non una nuova vita.

E adesso, mentre Puck attende di essere sollazzato dalla zia - che gli ha lasciato in pegno il cuore, così dovrà tornare da lui -, mi aspetta anche una tabella Excel per organizzare il trasferimento mio, dei miei beni e delle mie scarpe.

05/01/13

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Io apprezzo qb Natale, aborro San Silvestro, adoro la Befana.
In realtà, tra il 24 dicembre e il 6 gennaio io salverei, con convinzione, solo San Saldo.
Sìsì, proprio quello del miracolo del cartellino scontato.

Quest'anno le feste sono state strane, con FS che non vive più qui e Puck che ha portato tutto un altro senso alla vita. E poi varie altre cosette.
E, soprattutto, ormai c'ho un'età. Voglio dire, è inutile che nego, tentenno, dimentico e falsifico. Quest'anno, questo qui, questo 2013 appena iniziato compio... vabbè, non interessa a nessuno quanti anni compio. Se li compio. 'Sta cosa del genetliaco non m'ha mai convinto fino in fondo.

Comunque.

Io parto.
La civilizzatissima (che è ben diverso da civilissima, ci tengo a sottolinearlo) Milano mi aspetta, con SorellAmica, TassioPissa, Viox e Lox (qua gli episodi precedenti).
Non parliamo poi dei modelli nudi di Abercrombie, degli enormi centri commerciali - ho già parlato di San Saldo vero? -, della metropolitana, dell'Orsetto, di Laduree e di un tot di cultura che io e SorellAmica ci siamo promesse.
L'unico problema è che non so quando torno.

Quindi. Mettiamola così.
Io torno.
E scrivo.
Ma non so quando.

Oh, quanto mi piace.